L'alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Navi Pillay, si é detta mercoledì «scioccata dai morti, i feriti e gli arresti» nel quadro della repressione contro l'opposizione in iran e si é appellata all'esecutivo di Teheran affinché cessino "le eccessive violenze delle forze di sicurezza. il governo - ha aggiunto Pillay -, deve assicurare che non vi sia una escalation della violenza, in particolare a opera della milizia paramilitare basiji".
In Iran, intanto, il governo della Repubblica islamica ha chiamato la popolazione a una mobilitazione generale contro l'opposizione, con raduni in programma in tutte le maggiori città. La manifestazione più importante pro regime si terrà a Teheran e sembra che, su ordine delle istituzioni, vi parteciperanno in massa i dipendenti pubblici. A questo proposito, il sito jaras riporta che é anche in programma un sit-in di fondamentalisti nella capitale davanti all'ufficio di Mir Hossein Mussavi, il leader dell'opposizione, per chiederne l'arresto, come aveva auspicato Abbas Vaez-Tabasi, consigliere della guida suprema iraniana ali khamenei. Per l'ultraconservatore i leader dell'opposizione sono «mohareb (nemici di dio)», di conseguenza dovrebbero essere condannati a morte.
Nel frattempo, nel majlis (il parlamento) di Teheran ha preso il via una sessione a porte chiuse nella quale si sta analizzando le proteste cominciate domenica nel giorno dell'Ashura. In base a quanto ha affermato alla stampa il procuratore generale della capitale iraniana, Aabbas Jàfari Dolatabadi, si discuterà degli eventi di domenica che hanno portato alla morte di sette persone. A presiedere la sessione c'é il vice presidente del parlamento, Mohammad-Hassan Abutorabi-Fard, e un aula sono presenti il procuratore generale iraniano, Gholam-Hossein Mohseni-Ejei, e numerosi alti funzionari delle forze di sicurezza locali. nel pomeriggio, inoltre, é previsto l'intervento del ministro dell'Interno, Mostafa Mohammad-Najjar.
Intanto si sono svolti mercoledì mattina in gran segreto e tra strette misure di sicurezza al cimitero Behesht Zahra di Teheran, i funerali di Ali Habibi Mussavi, nipote del leader dell'opposizione Mir Hossein Mussavi ucciso nelle manifestazioni di piazza di domenica, la cui salma è stata riconsegnata solo merocledì in prima mattainata alla famiglia. Lo scrive il sito riformista Rahesabz.
«Alle 7 di mercoledì 30 dicembre - scrive Rahesabz - agenti di apparati di sicurezza hanno telefonato alla famiglia dicendo che sarebbe potuta andare a ritirare la salma senza farlo sapere ai mezzi d'informazione. I funerali si sono svolti nel silenzio dei media e tra strette misure di sicurezza».
Le autorità temevano che i funerali di Ali Habibi si sarebbero potuti trasformare in una nuova manifestazione dell'opposizione. La salma era stata portata via dall'ospedale nella quale si trovava domenica sera senza informarne la famiglia. Successivamente l'agenzia ufficiale Irna aveva reso noto che il corpo era a disposizione del medico legale «per l'autopsia e l'inchiesta».
Ieri la polizia ha detto che l'uomo è stato ucciso da «terroristi» in un episodio che non aveva nulla a che fare con le manifestazioni in corso nelle strade di Teheran.
Invece i siti riformisti hanno fatto vedere le foto del giaccone del ragazzo con un foro da arma da fuco sparato alle spalle, segno di un agguato e non di una tragica causualità.
