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Un'ombra sui collocamenti di bond 2010

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11 dicembre 2009
Le aste paese per paese


A fronte di titoli in scadenza per 540 miliardi, nell'area euro (in rosso per 25 miliardi) ci saranno emissioni per 924 miliardi


La forte turbolenza sul rischio-Grecia ha contagiato poco o nulla i titoli di stato nella zona cosiddetta «periferica» di Eurolandia: il differenziale tra il rendimento dei Bund tedeschi e dei BTp decennali si è allargato temporaneamente, ma già ieri sera si era ristretto attorno ai 70 centesimi di punto percentuale. L'asta dei Bonos spagnoli decennali, sempre ieri, è andata discretamente bene, anche se per attrarre domanda la Spagna ha offerto rendimenti generosi a compensare non tanto le scosse greche quanto la doccia fredda dell'outlook negativo sulla AA+ di Standard & Poor's. L'effetto-domino scaturito dalla crisi di Atene si sta dunque mantenendo, in chiusura d'anno, ben sotto i livelli di guardia. Il fattore-contagio resta però in agguato e andrà registrato tra le aggravanti per il 2010, quando i principali emittenti sovrani nella zona dell'euro dovranno collocare oltre 900 miliardi di euro di bond a medio-lungo termine a fronte di 540 miliardi di titoli in scadenza.

A differenza di quanto è accaduto la scorsa primavera, quando i timori di natura sistemica su Irlanda, Spagna, Grecia, Portogallo e Italia hanno impresso un maxi-ampliamento generalizzato sugli spread periferici, le vendite di bond in questi giorni si sono concentrate sui titoli greci: hanno smobilizzato soprattutto quei fondi monetari che, per alzare i rendimenti, avevano fatto il pieno di rischio-Grecia. L'illiquidità ha esasperato il movimento al ribasso. «Il 2009 è andato bene per i bond, le azioni e il settore del credito – commenta Francesco Garzarelli di Goldman Sachs – e molti fondi con performance positive rispetto a inizio anno hanno anticipato la chiusura delle posizioni rendendo il mercato molto illiquido». L'illiquidità amplifica artificialmente il saliscendi dei prezzi. Le montagne russe sono un classico di fine anno: e la Grecia, fresca di declassamento a BBB+ di Fitch, è finita nel tritacarne.

«La reazione del mercato alla crisi greca è stata chirurgica - spiega Garzarelli - le vendite non sono state indiscriminate e gli investitori hanno differenziato il rischio tra paesi diversi. L'impatto sui titoli di stato in euro è stato incoraggiante per il differenziale tra BTp e Bund: mentre lo spread sui bond greci si allargava a colpi di 20 centesimi di punto percentuale, quello sugli italiani si è mosso molto meno».

La crisi greca è però un'ombra che si allunga su un 2010 sicuramente impegnativo per il collocamento dei bond governativi nella zona dell'euro. Le emissioni in scadenza avranno nel 2010 un importo inferiore rispetto al 2009 (una trentina di miliardi in meno) mentre i deficit pubblici nella zona dell'euro saranno più pesanti (attorno ai 25 miliardi). La concorrenza tra stati si scatenerà a inizio anno e nel primo trimestre, come di tradizione, il mercato prevede aste governative a raffica. Sul fronte greco, i trader scommettono su due ciambelle di salvataggio: la conferma da parte della Bce che i titoli di stato greci continueranno a essere consegnabili nelle operazioni di rifinanziamento anche nel 2011 e un nulla di fatto del negative credit watch di S&P's sulla A- della Grecia. Ma se la situazione dovesse peggiorare, il contagio non è escluso.

Per il 2010 le aspettative dei trader restano al momento moderatamente ottimiste: in assenza di eventi negativi, il contesto di una crescita economica in ripresa, il ritorno della fiducia sostenuta da sistemi bancari in via di rafforzamento e una politica monetaria accomodante della Bce dovrebbero favorire l'allentamento delle tensioni sul fronte del rischio-Paese in eurolandia. Per JP Morgan, nel 2010 lo spread medio tra Bund e titoli dell'area dell'euro dovrebbe calare dagli attuali 90 centesimi a 50 centesimi, con il gap tedesco-italiano che si riporterà in area 60 centesimi. Nel 2009, fa notare Gianluca Salford (strategist di JP Morgan) i BTp hanno registrato la migliore performance tra i bond governativi europei. Il mercato ha premiato il fatto che l'Italia sia stato l'unico paese nel gruppo dei periferici ad aver attraversato la crisi illeso da movimenti di rating negativi: Spagna, Grecia, Irlanda e Portogallo sono continuamente alle prese con outlook o credit watch che minacciano ulteriori declassamenti. Nel 2010, sperano i trader, dovrebbe consolidarsi la tendenza emersa in questo fine anno: interventi chirurgici e niente vendite indiscriminate.

11 dicembre 2009
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