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Preti pedofili, il Papa: «I responsabili pagheranno»

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11 dicembre 2009
Papa Benedetto XVI (Ansa)

«Scosso e addolorato» dalla lettura del Rapporto Ryan, le cui risultanze gli sono state confermate dai vertici dell'Episcopato Irlandese, Papa Ratzinger ha assunto questa mattina impegni precisi verso le vittime degli abusi sessuali perpetrati su minorenni da parte di membri del clero dell'arcidiocesi di Dublino: i responsabili pagheranno, ha assicurato annunciando anche una sua imminente Lettera Pastorale sulla dolorosa vicenda. Ad aumentare lo sdegno del Papa è il fatto che i sacerdoti colpevoli (una cinquantina) sono spesso stati semplicemente ammoniti e trasferiti dai loro vescovi.

Il Pontefice, spiega il comunicato ufficiale della Sala Stampa, dopo «un attento studio della relazione» ha espresso ancora una volta «il suo profondo rammarico per le azioni di alcuni membri del clero che hanno tradito la loro solenni promesse a Dio, così come la fiducia in loro riposta da parte delle vittime e delle loro famiglie, e dalla società in generale».

«Il Santo Padre - si afferma nella nota - condivide l'oltraggio, il tradimento e la vergogna percepiti da così tanti fedeli in Irlanda, e si è unito a loro nella preghiera in questo momento difficile nella vita della Chiesa», invitando allo stesso tempo i cattolici irlandesi e in tutto il mondo «ad unirsi a lui nella preghiera per le vittime, le loro famiglie e tutti coloro che sono colpiti da questi crimini efferati».

Inoltre, prosegue il comunicato, Benedetto XVI «assicura tutti gli interessati che la Chiesa continuerà a seguire la grave questione con la massima attenzione, al fine di meglio comprendere come tali vergognosi eventi siano accaduti e il modo migliore per sviluppare strategie efficaci così da evitare il loro ripetersi».

La Santa Sede, ribadisce la nota letta e approvata dal Pontefice, «prende molto sul serio le questioni centrali sollevate dalla relazione, ivi comprese le questioni relative alla guida dei responsabili della Chiesa locale che hanno la responsabilità ultima nella cura pastorale dei bambini».

Il comunicato, che secondo il portavoce vaticano padre Federico Lombardi esprime «l'atteggiamento e lo stile del Papa», termina con l'annuncio delle intenzioni del Pontefice di inviare una lettera pastorale ai fedeli irlandesi, nella quale «indicare chiaramente le iniziative da adottare in risposta alla situazione», e con un ultimo invito di Benedetto XVI rivolto a tutti coloro che, si legge, «hanno dedicato la loro vita nel servizio generoso ai bambini» perché perseverino «nelle loro opere buone, a imitazione di Cristo Buon Pastore».

Se non si prendono provvedimenti adeguati, aveva detto il Papa nel 2006 proprio ai vescovi irlandesi, «il pregevole lavoro e l'abnegazione della grande maggioranza dei sacerdoti e religiosi d'Irlanda finiranno con l'essere oscurati dalle trasgressioni di alcuni dei loro fratelli». Papa Ratzinger, aveva chiesto in particolare ai presuli di «stabilire cosa sia avvenuto realmente nel passato, e prendere ogni provvedimento affinchè casi del genere non avvengano di nuovo». E di «assicurarsi che i principi di giustizia siano pienamente rispettati», indennizzando «tutti coloro che sono stati colpiti da questo grave crimine». «Solo in questo modo - era stata le sua conclusione - la Chiesa in Irlanda potrà crescere più forte ed essere ancora più capace di dare testimonianza della forza redentrice della croce di Cristo».

Ma tutto questo il Pontefice ha dovuto constatare oggi come sia rimasto in gran parte finora lettera morta. In altre realtà invece - soprattutto negli Stati Uniti, dove il Papa nel 2008 ha compiuto un memorabile viaggio - sta pagando la linea della «tolleranza zero» individuata da Ratzinger quando ancora era prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede per sconfiggere il triste fenomeno dei preti pedofili. Dalla pubblicazione delle nuove norme (2001), nel mondo i nuovi delitti sono stati molto di meno rispetto agli anni precedenti, come dimostra uno studio del «John Jay College» che rileva il «declino notevolissimo» dei casi denunciati a partire dai primi anni 2000. L'opinione pubblica non se ne è accorta perché continuano a far notizia i processi in corso.

Su questo terreno il Papa tedesco è molto severo ed esigente, più del suo predecessore Giovanni Paolo II, tanto che non ha esitato a calare la scure anche su potenti uomini di Chiesa fin qui ritenuti intoccabili. Ed è stato proprio Ratzinger, da prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede, a codificare la linea della «tolleranza zero» in pieno accordo con il vertice dei vescovi americani riunito a Roma da Papa Wojtyla. Ai vescovi il documento della Congregazione per la Dottrina della Fede «De Delictis Gravioribus», che definiva le linee guida del motu proprio con cui Giovanni Paolo II rafforzò l'ex Sant'Uffizio nel giudicare i casi di violenze e molestie, chiese infatti «non solo di contribuire a evitare un crimine così grave, ma anche di proteggere con le necessarie sanzioni la santità del sacerdozio».

11 dicembre 2009
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