La manifestazione ecologista partita poco dopo le 13 è arrivata al Bella Center, il polo fieristico e congressuale alle porte di Copenaghen dove è il corso il summit Cop15 organizzato dall'Onu sul clima e sull'ambiente.
Attorno al summit per ora non è accaduto alcuno scontro; invece brevi tafferugli sono avvenuti nel primo pomeriggio in centro città.
Al corteo hanno partecipato molte decine di migliaia di persone: 30mila secondo la "politi", 100mila secondo gli ambientalisti; una stima sommaria a prima vista fa pensare a 60-80mila partecipanti.
L'avvio del corteo dalla piazza del Parlamento è stato accompagnato dalle violenze di un gruppo estremista, che è stato subito isolato e bloccato dalla polizia, che ha evitato il frammischiarsi dei pochi violenti con la grande quantità di ecologisti arrivati da mezzo mondo.
Sono circa 400 gli arrestati. Nel mezzo di una Copenaghen affollata di danesi alle prese con le spese per Natale, alcuni gruppi di contestatori vestiti di nero e con il viso coperto hanno mandato in frantumi diverse vetrine. In altri casi, avevano scritto con le bombolette alcuni motti sui muri del centro. Il presidio della "politi" è stato discreto, efficiente e presente ovunque.
Alla manifestazione partecipano persone d'ogni razza, arrivate a Copenaghen per chiedere una politica immediata e forte di difesa dell'ambiente e del clima. Il colore è l'azzurro, il colore con cui dallo spazio si vede la Terra. Diversi i motti dei contestatori: «bla bla bla... act now», oppure «There is no Planet B».
La manifestazione degli ecologisti, giunta a ridosso del Bella Center di Copenaghen dove sono in corso i negoziati sul clima, si è sciolta in un happening musicale e in una veglia per l'ambiente, alla quale è presente anche l'arcivescovo sudafricano Desmond Tutu, al quale nell'84 fu assegnato il premio Nobel per la Pace. Intanto le persone arrestate per i disordini sono stati riunite dalla "politi" all'aperto in una via ai sobborghi di Copenaghen, circondate dai blindati e illuminate a giorno. Gli arrestati solo seduti sull'asfalto in lunghe file.