Per anni hanno svolto la loro professione soltanto in specifici servizi giudiziari riservati alle donne. Ma a breve le "avvocatesse" dell'Arabia Saudita potrebbero essere autorizzate ad esercitare la loro attività anche in tribunale. L'indiscrezione, che è clamorosa per un paese conservatore come l'Arabia saudita che applica la sharia con una netta separazione tra uomini e donne, è stata riferita ieri alla stampa dal ministro della giustizia Mohammed al Issa e nella sostanza va ad eliminare, seppur parzialmente, dei paletti rigidi che per decenni hanno caratterizzato il sistema del paese. Il ministro ha infatti dichiarato che il dipartimento di riferimento avrebbe allo studio una normativa che consentirebbe alle legali – che attualmente possono esercitare la loro attività esclusivamente in alcuni servizi giudiziari riservati alle donne – di occuparsi di particolari cause legate al diritto di famiglia. Nello specifico alla categoria delle avvocatesse potrebbe essere riservata la rappresentanza delle donne in tribunale nell'ambito delle cause legate ai divorzi, oppure a quelle relative all'affidamento dei figli o ancora in materia di pensione. Un ambito, dunque, che resta limitato, ma che garantirà per la prima volta il debutto delle donne nei Tribunali dell'Arabia Saudita, paese dove tutti i giudidi sono rigorosamente uomini. Oltre a questa normativa, in Arabia Saudita è in corso una riforma della giustizia con la creazione di tribunali specializzati, anche in affari familiari, in cui potranno esercitare anche le donne avvocato.