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Tea Party, tra canzoni e preghiere parte l'offensiva repubblicana

di Marco Valsania

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5 febbraio 2010
Sarah Palin
Piccola è meglio. I movimenti online (ma non solo) contro le grandi banche americane

Nashville - E' cominciata con una serata all'insegna di musica, preghiere e appassionati discorsi sulla direzione sbagliata, anzi disastrosa, imboccata dal paese sotto la presidenza democratica di Barack Obama. Centinaia di militanti e delegati del movimento dei Tea Party, provenienti dagli stati americani piu' diversi, dalla Louisiana alle Hawaii, hanno inaugurato così nel grande centro convegni Gaylord Opryland della città del Tennessee la loro prima Convention nazionale, un tour de force di tre giorni che si concluderà sabato con l'intervento di Sarah Palin, uno dei pochi politici riveriti dai Tea Party.

Al congresso che vuole segnare la maturazione del nuovo movimento conservatore di protesta, sbocciato l'anno scorso con dimostrazioni locali contro la riforma sanitaria e i piani economici della Casa Bianca, si sono dati appuntamento all'insegna di un programma fitto, fatto di sessioni dagli argomenti che vanno dalla discussione politico-culturale a quella pratica, per offrire decaloghi d'azione. Ecco un incontro dal tema "Perchè i cristiani devono impegnarsi". Ma c'è anche "Come organizzare la registrazione degli elettori e dove trovare voti conservatori". Ancora: "Come coinvolgere i giovani nel movimento conservatore" e "La bancarotta del governo americano, fatti e cifre per cittadini senza una laurea finanziaria". Seguiti da "Sconfiggere i liberal nel processo delle elezioni primarie", "L'uso delle tecnologia nel movimento dei Tea Party" e "Come organizzare gruppi di Tea Party".

I convenuti, i promotori si aspettano in tutto 600 delegati e mille persone per la serata con Palin, hanno celebrato fin da ieri sera l'avanzata del movimento. Applausi scroscianti sono stati riservati a ogni citazione della vittoria a sorpresa in Massachusetts del candidato repubblicano Scott Brown al seggio del Senato che fu di Ted Kennedy. I Tea Party vantano di aver mobilitato seimila volontari che si sono recati nello stato e hanno reso possibile la sua elezione. Altrettanto entusiasmo è stato riservato alle parole dell'ex deputato del Colorado Tom Tancredo, gia' candidato presidenziale e grande critico dell'immigrazione. Tancredo ha assalito quella che ha definito la "deriva a sinistra" del paese, verso "un governo sempre più grande, tasse sempre più ingenti e l'erosione delle libertà individuali". Toccando un tema a lui caro ha anche denunciato, tra il consenso di una platea interamente bianca, "il culto dl multiculturalismo", a scapito dei "valori giudeo-cristiani". Il suo intervento ha poi lasciato spazio a momenti di preghiera e di intrattenimento politico: la musica dei Tea Party, con la militante-cantante Lisa Mei e le sue melodie ispirate dalle proteste. Mei canta di una "rivoluzione che ribolle", dell'"orgoglio di essere conservatori", del fatto che Casa Bianca e Congresso "puniscono la prosperità'", "aggiungono migliaia di miliardi al debito" e "minano la Costituzione".

Queste denunce trovano ampia eco fra i convenuti. Uno dei partecipanti alla Convention che più si fanno notare è Jim Linn. Viene dalla Lousiana e per sottolineare la sua protesta indossa anche un costume. "Mi sono vestito da Samuel Adams - spiega - perchè è stato uno dei padri della rivoluzione americana". L'associazione che rappresenza, Gooh, ha l'obiettivo di combattere contro politici tradizionali e far eleggere quelli che invece definisce come politici che ascoltano la gente. Si dice preoccupato soprattutto "per la spesa pubblica e il debito, finanziato con i soldi della Cina". E accusa Obama di portare avanti un'agenda "progressista e di crescente intervento del governo che minaccia l'America".

Non sono mancati i dissapori e le polemiche all'appuntamento dei Tea Party. Alcune associazioni conservatrici hanno deciso di non partecipare, criticando il costo del biglietto d'ingresso - 549 dollari per l'intero evento - come un tradimento delle origini popolari del movimento. Gli organizzatori rispondono che si tratta solo di piccoli screzi e gelosie, nessuna seria spaccatura che metta in pericolo il futuro dei Tea Party. Sono convinti che il movimento saprà anche smentire le accuse di razzismo e di eccessiva vicinanza al partito repubblicano che i critici liberal gli hanno rivolto. Che saprà allargare il suo appeal (pochissimi giovani, oltre che minoranze, tra i delegati di Nashville). Di questo futuro hanno voluto parlare a Nashville. E già vedono all'orizzonte i prossimi grandi appuntamenti per far sentire la loro voce: le elezioni primarie e generali del 2010 per il rinnovo del Congresso.


Piccola è meglio. I movimenti online (ma non solo) contro le grandi banche americane

5 febbraio 2010
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