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Le nanotecnologie al servizio dei soldati del futuro

di Federico Rendina

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15 FEBBRAIO 2010
Protesi realizzate dalla Darpa per il ripristino dell'uso delle articolazioni (Fonte www.darpa.mil)

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«Le nanotecnologie saranno le protagoniste – insiste Jean - di una nuova rivoluzione industriale e militare che potrebbe modificare i rapporti di potenza internazionali» come fecero i computer e le tlc nel corso della Guerra fredda. «La loro applicazione è collegata allo sviluppo dell'informatica, della genetica, della biologia e della robotica, settori che convergono nel determinare il futuro sia economico che strategico del mondo». Abbasseranno «le barriere all'entrata della potenza», i «confini fra la guerra irregolare e quella tradizionale, già ora porosi».

Ed ecco, intanto, un nuovo siero della verità per dare «maggiore efficacia» agli interrogatori. Un tassello di un "progetto" più ampio, che riguarda «gli impatti dell'applicazione delle neuroscienze nella comunicazione e nell'influenza psicologica, con possibilità non solo di disinformazione, ma di modifica delle griglie di lettura della realtà».


Si tratta, insomma, «di ricerche su di un futuro post-umano, in cui la scienza e la tecnologia tenderanno a superare i limiti posti dalla natura alle capacità fisiche e mentali dell'uomo», ci dice Jean. Che prevede sviluppi mirabolanti «anche a breve» sull'onda di programmi di ricerca che godono di finanziamenti davvero robusti, anche – si tiene a sottolineare - in nome delle possibili ricadute sulla medicina "normale" a favore di tutti noi.

Solo nel settore cruciale delle nanotecnologie «fra fondi aperti e segreti - rivela Jean – il bilancio del Pentagono stanzia circa 1,5 miliardi di dollari l'anno, contribuendo così al 25% del totale dei fondi dedicati al settore negli Usa». Americani in buona compagnia, nel bene e nel male, visto che Cina e Russia non sarebbero da meno: solo la russa Rosnanotech – dice Jean – sta spendendo, a medio termine, l'equivalente di 10 miliardi di dollari. Proprio lì starebbero studiando, tra l'altro, la "Madre di tutte le Bombe", la più potente tra quelle non nucleari, che quintuplica la potenza distruttiva di un normale confettone da sette tonnellate.

Certo tutto questo «solleva evidentemente – ammette il nostro generale – rilevanti questioni di carattere etico, che la Darpa generalmente rifiuta di discutere pubblicamente» in nome di «una superiorità tecnologica che va comunque mantenuta» rispetto ai regimi autoritari che certo non si fanno troppi problemi. Tesi non nuova. Chi vuole approvi. Chi contesta (e chi trema) può continuare a farlo. Guardando, ben inteso, a Ovest come a Est.

15 FEBBRAIO 2010
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