BUENOS AIRES - Dopo la catastrofe, le polemiche per il mancato allarme tsunami delle zone costiere, le accuse agli ammiragli della marina militare per i ritardi del primo giorno, arrivano i primi bilanci dei danni.
La ricostruzione sarà impegnativa e soprattutto costosa e secondo le stime di Equecat, agenzia specializzata nella valutazione dei danni, sarà compresa tra i 15 e i 30 miliardi di dollari. Anche se il gabinetto ombra della presidenza cilena - quello di Sebastian Piñera, che si insedierà nei prossimi giorni a La Moneda - ha escluso la possibilità di fare previsioni di spesa prima di aprile. Se le stime di Equecat si avvicinassero al vero si tratterebbe di una spesa pari al 15% del Pil cileno. L'oculata strategia di politica di bilancio del governo di Michelle Bachelet ha accantonato un surplus pari a 16 miliardi di dollari utilizzabili per questo tipo di emergenze. Una cifra rilevante, pari al 12% del Pil, che potrà costituire la prima tranche di stanziamenti.
L'impatto sull'economia cilena sarà comunque forte e le promesse del nuovo presidente Piñera andranno inesorabilmente riviste al ribasso. Nick Chamie, capo economista di Rbc capital markets di Toronto, prevede che il peso cileno perderà sicuramente valore. Alberto Ramos di Goldman Sachs stima una forte contrazione dell'economia nei primi sei mesi dell'anno ma poi una ripresa più vigorosa.
Più ottimismo invece sulla produzione mineraria (il Cile è il terzo produttore al mondo di rame). Le miniere hanno ripreso l'attività dopo aver ripristinato i sistemi elettrici ma non vi sono stati altri danni. La giornata di ieri ha registrato un prevedibile aumento dei morti riconosciuti dal governo che ora sono 795. Cifra comunque destinata ad aumentare: il numero dei dispersi, compreso tra 200 e 500 dà un'idea più realistica del bilancio definitivo. La Bachelet ha confermato che a Concepcion, la città più colpita dal sisma e, dopo il disastro, dagli sciacalli, la situazione è sotto controllo.
Carmen Fernandez, responsabile dell'Oficina nacional de emergencia (Onemi), è il Bertolaso cileno: davanti ai microfoni dei giornalisti ha spiegato che da oggi i rifornimenti di cibo e acqua sono arrivati dappertutto. La tivù cilena manda in onda immagini in cui la distribuzione dei viveri viene effettuata dall'esercito: file ordinate di sfollati attendono il loro turno per ricevere casse di viveri.
Il terremoto cileno è stato così forte da accorciare le giornate di 1,26 microsecondi. Richard Gross, scienziato della Nasa, ha spiegato che il sisma ha spostato l'asse della terra di 7,5 centimetri e ridotto in modo impercettibile il nostro tempo.