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Clinton contro gli insediamenti di Israele e sull'Iran annuncia «sanzioni che lascino il segno»

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22 marzo 2010
Clinton contro gli insediamenti di Israele e sull'Iran annuncia «sanzioni che lascino il segno»


Nel giorno in cui il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, giunge a Washington, il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, prende posizione contro la realizzazione di nuovi insediamenti da parte di Israele. «Nuove costruzioni a Gerusalemme est o in Cisgiordania mettono a rischio la fiducia reciproca e i proximity talks (i colloqui indiretti mediati dagli Usa, ndr), che rappresentano il primo passo verso un negoziato pieno che entrambe le parti vogliono e di cui hanno bisogno», ha sottolineato il capo della diplomazia statunitense, davanti alla platea dell'American Israel Public Affair Committee, la lobby americana pro Israele.

Secondo la Clinton, le scelte di Israele sui nuovi insediamenti mettono a repentaglio anche «la capacità dell'America di giocare un ruolo essenziale nel processo di pace». Pur ricordando l'impegno «solido come una roccia» dell'amministrazione americana per la sicurezza di Israele, la Clinton ha chiarito che gli Stati Uniti sono pronti a «dire la verità quando serve». Il segretario di Stato Usa non ha nascosto che il governo Netanyahu si trova di fronte a «scelte difficili ma necessarie» per sbloccare i negoziati e giungere ad un accordo definitivo con la controparte palestinese. Allo stesso tempo, ha assicurato che Washington continuerà ad esercitare pressioni su Hamas perché rinunci alla violenza e riconosca Israele, oltre al rilascio immediato e incondizionato del caporale israeliano Gilad Shalit, nelle mani di Hamas dal 2006.

La Clinton ha dedicato parte del suo discorso anche all'Iran ribadendo la determinazione degli Stati Uniti di impedire a Teheran di entrare in possesso di armi nucleari. «Stiamo lavorando con i nostri partner alle Nazioni Unite su nuove sanzioni che mostreranno ai leader dell'Iran che vi saranno conseguenze per la loro intransigenza», ha detto il segretario di Stato americano. «Esiste un crescente consenso internazionale nell'adottare misure che creino pressioni sui leader iraniani perchè cambino rotta», ha spiegato il segretario di Stato americano. «Il nostro obiettivo non sono solo sanzioni aggiuntive ma piuttosto sanzioni che lascino veramente il segno. Pensiamo che sia veramente giunto il momento per far scattare queste sanzioni».

C'è attesa intanto per l'incontro alla Casa Bianca tra Benjamin Netanyahu e Barack Obama, dopo le tensioni innescate dal piano per la realizzazione di 1.600 nuove abitazioni a Gerusalemme est varato dal governo israeliano. Il presidente Usa aveva nei giorni scorsi chiarito che con Israele non c'era nessuna crisi in atto, ma aveva sollecitato - come confermato dal discorso di oggi della Clinton - il governo israeliano a correggere il tiro per avviare i negoziati, secondo le scadenze individuate dal quartetto per il Medio Oriente (Usa, Ue, Onu e Russia), riunitosi venerdì a Mosca.

22 marzo 2010
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