MOSCA - I risultati delle elezioni locali russe, che domenica hanno coinvolto ben 76 regioni su 83, e 32 milioni di persone su 110, non hanno grande rilievo nei notiziari e sui siti: Edinaja Rossia (Russia Unita), il partito di Vladimir Putin, non è andato come sperava. Ha vinto quasi tutti i confronti, ma con percentuali in netto calo rispetto a tre anni fa. I risultati peggiori nelle zone industriali, nelle città che più hanno risentito della crisi economica. In un momento in cui si moltiplicano le proteste per l'aumento della disoccupazione e i recenti rialzi di gas ed elettricità, il predominio del partito al potere si incrina. "Tutti i quattro partiti rappresentati alla Duma sono entrati nelle assemblee locali", titola salomonicamente l'agenzia Itar-Tass.
L'opposizione ha denunciato brogli, ma nello stesso tempo non è scontenta del risultato. I comunisti sono arrivati secondi, terzi i nazionalisti di Vladimir Zhirinovskij, quarti i candidati di Russia Giusta, un partito orientato alle questioni sociali che sta prendendo gradualmente le distanze dal Cremlino. In palio c'erano otto parlamenti regionali, cinque poltrone di sindaco e decine di consigli cittadini. Uno dei risultati peggiori per Russia Unita arriva dalla regione di Sverdlovsk, negli Urali, dove i consensi si sono ridotti del 25% rispetto al 2007. Grosso smacco a Irkutsk, nell'Estremo Oriente, dove il candidato comunista Viktor Kondrashov ha battuto per 62 punti percentuali contro 27 l'avversario di Russia Unita, il vicesindaco Serghej Serebrennikov.
La vera opposizione, che non è rappresentata alla Duma federale, è rimasta fuori dai giochi. Ma farà sentire la propria voce sabato prossimo a una nuova manifestazione in programma a Kaliningrad, protesta contro il governo e contro i rialzi dei prezzi. Nel frattempo i leader dell'opposizione hanno pubblicato su internet un appello ai cittadini russi, una richiesta di dimissioni di Putin. Finché ci sarà lui al potere la Russia non potrà cambiare, scrivono, la modernizzazione invocata dal presidente Dmitrij Medvedev è solo una facciata. Il manifesto, apparso cinque giorni fa sul sito www.putinavotstavku.ru – qualcosa come putindimettiti.ru – ha già raccolto più di 8.000 firme: in un paese che non ha mai ammesso critiche così pesanti nei confronti del primo ministro sono davvero tante, considerando che sul sito vengono pubblicati nomi e cognomi, città e professione.