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È pensando all'India rurale che la Vortex di Chennai ha progettato un bancomat low cost che può essere installato anche nei villaggi in cui l'entità dei prelievi non ha mai giustificato veri investimenti tecnologici. «Un bancomat normale costa dai 4 ai 5 lakh (5.800-7.300 euro) e consuma tra i 1.000 e i 1.500 Watt più altri 1.000 per l'impianto di condizionamento senza il quale in India non potrebbe funzionare», spiega Sabarinath C. Nair, un senior engineer della Vortex. «Il nostro Gramateller costa 2 lakh, consuma tra i 50 e i 100 watt e funziona a 0 come a 50 gradi. Così, non solo il condizionatore è superfluo, ma per alimentare il sistema basta un pannello solare da 4 metri quadrati». Gli accorgimenti che hanno reso possibile il miracolo sono: un computer (con sistema operativo Linux) al posto dei due abituali; un monitor piccolo e monocromatico al posto di uno grande e multicolore; la decisione di stipare le banconote nella parte superiore della macchina anziché al fondo, sfruttando la forza di gravità al posto del sistema che nei comuni bancomat le pesca dal basso.
Un esempio di come la necessità di contenere i costi non di rado abbia suggerito percorsi più lineari di quelli battuti quando si opera in condizioni più favorevoli. «Venire a produrre in India solo per sfruttare la manodopera a buon mercato dà dei vantaggi competitivi», sostiene il Ceo di ReaMetrix, Bala Manian. «Ma è investendo nelle persone in grado di progettare nuove soluzioni a costi più bassi che in Occidente che un'azienda può creare le condizioni per crescere sul lungo periodo».
SCHEDA / Prodotti a basso costo