Ex-premier danese e inventore della flexsecurity, Poul Nyrup Rasmussen è dal 2004 presidente dei socialisti europei. Per anni si è battuto, inascoltato, per disciplinare gli hedge funds. Anche per questo non drammatizza il rinvio di ieri. Boccia invece con decisione l'Fme alla tedesca: troppo monetarista. Alla lunga politicamente insostenibile.
L'Europa franco-tedesca è partita alla carica contro la speculazione finanziaria. Nel mirino i derivati, che siano hedge funds o credit default swaps. È arrivata la svolta?
Gli hedge funds sono stati uno dei veicoli della grande crisi finanziaria. In assenza di regole, hanno prodotto metastasi nel sistema trascinando le nostre economie sull'orlo del collasso. Sono stati in prima linea negli attacchi speculativi contro la Grecia, con i Cds, che sono costati al Governo di Atene centinaia di milioni di euro di costi eccessivi e ingiustificati nel servizio del debito.
Lei è stato il primo a proporre in Europa la disciplina degli hedge funds. Dall'Ecofin di ieri ci si aspettava l'accordo invece è arrivato il rinvio. Preoccupato?
No. I ministri devono prendersi il tempo necessario a garantire una cornice regolamentare piena e efficiente.
Condivide il modello di regole in discussione?
È importante munire tutti i fondi che vogliano avere accesso al nostro mercato di un passaporto europeo. Tutti i gestori devono essere accountable, trasparenti e disposti a fornire alle autorità pubbliche tutte le informazioni sui loro portafogli e attività.
Gli Stati Uniti ci accusano di protezionismo. Esagerano?
È una posizione assurda. Come definire protezionistiche norme che intendono regolare per migliorare i comportamenti dei mercati? Se gli Stati Uniti adotteranno regole simili alle nostre, ne beneficieremo tutti. Non si può chiamare protezionista una regolamentazione che fissa le stesse norme per tutti. Nessuno chiude il mercato ai gestori Usa purché sui nostri mercati applichino le nostre regole.
Teme il boicottaggio inglese?
La legge della giungla non è nemmeno nell'interesse britannico. Regole del gioco uguali per tutti significano concorrenza più equa. È nell'interesse di Londra.
Sui Cds Francia e Germania, il presidente dell'Eurogruppo e la Grecia invocano paletti e divieti.
In questo caso le decisioni non saranno per dopodomani. Vanno vietati quelli puramente speculativi sul debito sovrano. Bisogna invece continuare a usare i Cds per la funzione per cui sono stati creati.
Contro la speculazione e il rischio instabilità nell'area euro, il tedesco Wolfgang Schäuble ha lanciato l'idea del Fondo monetario europeo. Che ne pensa?
Sono scettico sulla versione Schäuble perché è troppo monetarista. Al 99% si concentra su come punire uno Stato membro che non si comporti correttamente. Usa solo il bastone del controllo e delle restrizioni monetarie. Così si rischia di chiudere l'Europa in una gabbia monetarista ancora più stretta. Senza una governance economica.
Che vantaggi offrirebbe invece il suo Fondo europeo?
Un "trustee fund" europeo, garantito dagli Stati membri, potrebbe raccogliere prestiti sul mercato per dirottarli sui paesi in difficoltà a un prezzo ragionevole. Sarebbe anch'esso uno strumento anti-speculazione, utilizzabile nel rispetto di precise condizioni.
Differenze solo nelle sfumature?
No, le nostre non sarebbero le condizioni dell'Fmi ma europee, fondate sui nostri valori: consolidamento dei conti pubblici nel segno dell'equità sociale e della crescita. Non solo al prezzo di tagli e disoccupati. È inammissibile che la Grecia sia stata costretta a crescenti tagli dagli speculatori di Wall Street e della City. Non si può continuare così. Del resto le urne in Francia lanciano un messaggio inequivocabile.