Decine anche i feriti provocati dagli ordigni esplosi nelle stazioni Lubjanka e Park Kultury. La magistratura ha aperto un'inchiesta per terrorismo. La Farnesina ha attivato l'unità di crisi per verificare se tra le vittime ci sono cittadini italiani
MOSCA - Due esplosioni, a pochi minuti di distanza l'una dall'altra, nel metrò di Mosca, in pieno centro. C'è molta confusione sul bilancio delle vittime, ma i morti dovrebbero essere più di 30, e decine i feriti. La magistratura ha subito aperto un'inchiesta per terrorismo, un'ipotesi che sembra confermata dal fatto che le due esplosioni sono chiaramente coordinate. La prima è avvenuta alla stazione Lubjanka che porta il nome della sede dell'ex Kgb, i servizi di sicurezza Fsb, un segnale che i terroristi - se l'ipotesi verrà confermata - sono in grado di colpire nel pieno cuore del sistema. Alle 8.39 ora di Mosca, le 6.39 per l'Italia: la bomba sarebbe esplosa nel secondo vagone di un treno, proveniente dalla direzione Cremlino, la stazione precedente. L'agenzia Interfax ha parlato di un attacco suicida, un kamikaze tra la folla. La seconda esplosione è avvenuta poco più di mezz'ora dopo a Park Kultury, un secondo nodo cruciale del metrò, all'incrocio di due linee frequentatissime. Chiunque abbia la responsabilità di questo gesto, sapeva che avrebbe colpito comuni cittadini. Il direttore dei servizi di sicurezza, Aleksandr Borotnikov, ha informato il presidente russo Dmitrij Medvedev dell'accaduto e delle misure prese per soccorrere i feriti.
I media russi riferiscono anche del ritrovamento di una terza bomba inesplosa, che avrebbe dovuto colpire la stazione Prospekt Mira.
La Farnesina ha reso noto di aver attivato l'unità di crisi per verificare se tra le vittime ci siano cittadini italiani.