La crisi greca può rallentare la crescita degli Stati Uniti, far crescere il dollaro, aumentare le turbolenze sui mercati del credito e rendere più difficile i prestiti a stati a corto di cassa, come la California. Ecco perchè l'incontro di oggi tra il presidente americano Obama e il primo ministro greco George Papandreou è strategico, anche se i margini di manovra, per gli Usa, potrebbero essere limitati, come ha spiegato Simon Johnson, un ex economista dell'Fmi, a Bloomberg: «Gli elementi di azione non sono così chiari per gli Stati Uniti». In un discorso pronunciato ieri a Washington Papandreou ha detto che la crisi greca rappresenta un rischio finanziario per gli Stati Uniti: «Per l'America un Euro forte significa un dollaro debole, che significa un aumento del disavanzo commerciale degli Stati Uniti», ha detto. Il primo ministro greco è negli Stati Uniti dopo aver incontrato i leader francesi e tedeschi. Ieri ha incontrato il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, alla quale non ha chiesto un aiuto finanziario. Il leader greco si consulterà anche con i leader del Congresso e il segretario al Tesoro Timothy F. Geithner.