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La Svizzera dice no al taglio delle pensioni

di Lino Terlizzi

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7 marzo 2010


No a un taglio ulteriore delle pensioni, no all'avvocato difensore degli animali, sì a un nuovo articolo costituzionale per la ricerca su esseri umani. È questo l'esito del referendum nazionale tenutosi in Svizzera.

Nella Confederazione il sistema pensionistico si basa sui cosiddetti tre pilastri, cioè la previdenza pubblica, la previdenza professionale, la previdenza individuale. I primi due pilastri sono obbligatori, il terzo no. Le rendite annuali del secondo pilastro, cioè della previdenza legata al settore lavorativo o all'impresa, hanno un' aliquota minima di conversione, da applicare agli asset accumulati con le trattenute sui salari. Questa aliquota è attualmente al 7% per gli uomini ed al 6,95% per le donne, ma è già in via di riduzione al 6,8%, per uomini e donne. Il governo e la maggioranza del parlamento proponevano di ridurla ulteriormente al 6,4% nel 2016, al fine di evitare probabili difficoltà finanziarie al secondo pilastro, causate dall'invecchiamento progressivo della popolazione. Socialisti e verdi si sono opposti a questa riduzione, giudicandola eccessiva. Il "no" alla nuova limatura delle pensioni ha dato ragione agli oppositori, raccogliendo il 72,7% dei votanti.

L'avvocato difensore dei diritti degli animali era una proposta sostenuta da socialisti e verdi ed avversata dai partiti di centro e di destra, oltre che dal governo. La Protezione svizzera degli animali, che ha promosso il referendum su questo tema, si è ispirata alla figura che già esiste nel Canton Zurigo e che voleva rendere obbligatoria in tutti i 26 cantoni. Secondo il governo, la legislazione elvetica sulla protezione degli animali è però già oggi una delle più severe al mondo e non è quindi necessario obbligare i cantoni, che sono comunque liberi in materia, ad istituire questa figura. Il 70,5% dei votanti ha ha detto "no" all'avvocato obbligatorio, dando così ragione alla tesi del governo.

Il 77% circa dei votanti ha invece detto sì all'articolo costituzionale per la ricerca medica e biologica sugli esseri umani. Il governo e la maggioranza del Parlamento erano per il sì. Ad opporsi era principalmente la destra populista Udc, non tanto sul merito, quanto sulla necessità di cambiare la costituzione. La proposta approvata prevede tra l'altro una maggiore informazione per le persone coivolte, una maggiore valutazione dei rischi, il controllo da parte di organismi indipendenti.

7 marzo 2010
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