La Camera di commercio britannica (Bcc) ha ridotto le sue previsioni per la crescita del Pil nel 2010 dal 2,3% al 2,1%, affermando che «gli ostacoli ad una ripresa sostenuta nel medio termine ora sembrano più grandi». Secondo gli ultimi dati sul Pil diffusi a fine febbraio l'economia britannica è cresciuta dello 0,3% negli ultimi tre mesi del 2009, portando il Paese ufficialmente fuori dalla recessione. Ma per il direttore della Bcc David Frost «non c'è spazio per l'ottimismo».
Sempre secondo la Camera di commercio, la disoccupazione nel 2010 raggiungerà un picco di 2,6 milioni di persone, mentre il deficit del settore pubblico ammonterà a 179 miliardi di sterline per il biennio 2009-2010 e a 176 miliardi per il 2010-2011. Dal 2011 in poi tuttavia, la Bcc indica che le previsioni del Tesoro sono troppo ottimiste e che il deficit del settore pubblico salirà a «livelli pericolosi», fino a superare l'80% del Pil.
Secondo Frost, la prossima finanziaria dovrà gettare le basi per una ripresa economica capeggiata dalle imprese. «Un piano credibile per la riduzione del deficit, che sia le imprese che i mercati possano accettare come realistico, non può soffocare il potenziale di crescita dell'economia e deve assolutamente permettere alle società di investire ed esportare», ha detto Frost.
Commentando il rapporto della camera di commercio, il ministro delle Finanze Alistair Darling - che nelle prossime settimane presenterà la nuova finanziaria - ha ripetuto la promessa di dimezzare il deficit nei prossimi quattro anni, ma senza prima aiutare la ripresa economica continuando ad investire nel settore pubblico. «Per garantire la ripresa dell'economia abbiamo bisogno di mantenere gli investimenti nel settore pubblico. Non farlo sarebbe un rischio inaccettabile per l'economia», ha detto.