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Dopo l'oppio Afghanistan leader anche nella produzione di hashish

di Gianandrea Gaiani

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01 aprile 2010
 Afghanistan leader anche nella produzione di hashish


L'Afghanistan si conferma un vero e proprio paradiso per la produzione di stupefacenti e dopo il boom dell'oppio le campagne afghane hanno battuto ogni record anche nella produzione di hashish. Lo conferma un rapporto diffuso ieri dall'ufficio delle Nazioni Unite per la lotta al crimine a alla droga (Unodc) nel quale si legge che "sebbene altri Paesi abbiano coltivazioni di hashish anche più estese, il raccolto straordinario di cannabis ha reso l'Afghanistan il più grande produttore al mondo di hashish".

Secondo Antonio Maria Costa, direttore esecutivo dell'Unodc, l'Afghanistan produce ogni anno 145 chilogrammi di hashish per ettaro di cannabis coltivata, in confronto ai 40 chili del Marocco mentre ogni anno in Afghanistan vengono coltivati dai 10mila ai 24mila ettari di cannabis per una produzione complessiva stimata tra le 1.500 e le 3.500 tonnellate ogni anno contro le 7 mila tonnellate di oppio prodotte nel 2009. Rispetto all'oppio, l'hashish è meno caro da coltivare e raccogliere, e rende di più ai contadini afghani: 3.900 dollari per ettaro contro 3.600 dell'oppio. Ma i bassi costi di produzione producono un profitto per ettaro pari a ben 3.341 dollari contro i 2.005 dell'oppio. Il boom della cannabis in Afghanistan è quindi legato alla migliore redditività anche se nel 2009 gli incassi dei coltivatori afghani dovuti all'hashish sono stati compresi secondo l'Unodc tra i 39 e i 94 milioni di dollari, cioè tra il 10 e il 20 per cento della rendita determinata dall'oppio pari a 438 milioni. Il mercato della droga nel paese ha raggiunto un valore di circa tre miliardi di dollari l'anno. Gran parte del denaro, secondo l'Onu, finisce nelle mani delle organizzazioni criminali e dei talebani che controllano le rotte del narcotraffico verso Pakistan e Iran.

L'hashish viene coltivato in 17 delle 34 province del Paese, soprattutto a Balkh, Oruzgan e Kandahar ma, sottolinea Costa, "come nel caso dell'oppio si concentra soprattutto al sud, nelle regioni dove è maggiore l'instabilità politica".
La strategia di Kabul e degli alleati punta a strappare ai talebani il controllo delle aree a maggiore produzione di oppio per acquistare il raccolto, distruggerlo e fornire ai contadini colture alternative.
Un'iniziativa contrastata dai narcos che ieri a Gershk, nella provincia di Helmand, hanno ucciso 23 persone ferendone 45 in un attentato compiuto nella piazza del mercato dove funzionari governativi donavano ai contadini sementi per convertire la coltivazione di oppio. Con un comunicato i talebani hanno preso le distanze dal tragico attentato a conferma che in Afghanistan le milizie narcos possono essere letali quanto gli insorti.

01 aprile 2010
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