Preparavano un piano per uccidere il governatore della provincia di Helmand con un attentato kamikaze e nascondevano in una stanza dell'ospedale sette giubbotti carichi di esplosivo, bombe a mano, armi e munizioni: con queste pesantissime accuse i servizi segreti afghani hanno arrestato tre operatori italiani di Emergency - un medico, un infermiere e un tecnico della logistica - e sei afghani che lavorano nell'ospedale dell'associazione umanitaria fondata da Gino Strada a Lashkar Gah, nel sud dell'Afghanistan. Un'accusa che Emergency respinge con fermezza, definendola «assolutamente ridicola». «È come se in Italia si facesse circolare la voce che Don Ciotti sta complottando per uccidere il papa» tuona Gino Strada, che si rivolge direttamente al ministro degli Esteri Franco Frattini, chiedendo un intervento «per far rilasciare immediatamente i nostri operatori».

L'irruzione nell'ospedale di Emergency, scattata attorno alle 16.30 locali, sarebbe stata decisa dalle forze di sicurezza afghane dopo una soffiata arrivata da un informatore: un gruppo di talebani che si nasconde in Pakistan avrebbe finanziato un piano per uccidere il governatore Gulab Mangal, che nei prossimi giorni avrebbe dovuto visitare proprio la struttura di Lashkar Gah. Una versione confermata dallo stesso Mangal: «Stavano pianificando degli attentati a Lashkar Gah e il loro primo bersaglio ero io». Per avere la collaborazione degli uomini di Emergency, ha poi spiegato il portavoce provinciale Duad Amadi, i talebani «avrebbero pagato una forte somma», quantificata in 500mila dollari. Che il complotto fosse già in una fase avanzata sarebbe confermato, sostengono gli afghani, dal ritrovamento di armi ed esplosivo all'interno dell'ospedale. Secondo le autorità locali, nell'irruzione sono stati recuperati sette giubbetti per attacchi suicidi, nove granate, cinque fucili e munizioni varie. In manette sono così finiti i tre italiani: l'infermiere Matteo Dell'Aira (coordinatore medico); il chirurgo d'urgenza Marco Garatti, da oltre dieci anni nell'associazione, veterano dell'Afghanistan; e il tecnico della logistica Pagani (per il momento non è ancora noto il suo nome di battesimo). Per gli afghani sono "combattenti rivoltosi stranieri", un'accusa punita con la pena di morte. «Sono accuse assurde» per Gino Strada, che prosegue: «È la solita storia: Emergency in Afghanistan, e soprattutto in quella regione, è un testimone scomodo degli atti compiuti dalle forze di occupazione e da una specie di governo nei confronti della popolazione». Strada sottolinea però di non poter escludere la presenza di armi in ospedale. «Come non posso escludere - aggiunge però - che qualcuno possa entrare con una pistola in un qualunque ospedale italiano».

A Bangkok 9 morti negli scontri tra polizia e camicie rosse
Galleria fotografica degli scontri in Thailandia

 

Shopping24