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Mamma mia! Disney si è comprata la Grecia

di Luisanna Benfatto

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28 aprile 2010
Mamma mia! Disney si è comprata la Grecia

Come ripianare il debito della stato greco? Se appare chiaro che la serie di manovre finanziarie "lacrime e sangue" intraprese dal premier greco George Papandreou non sono sufficienti e, che gli aiuti promessi da Fmi tardano ad arrivare, ecco due percorsi alternativi raccolti online che potrebbero evitare il default.


La prima proposta presa in seria considerazione da esponenti politici tedeschi, tanto da diventare un tormentone sulla stampa, è riassumibile in questa formula: "Cari greci , se non ce la fate vendeteci le vostre isole". Per il deputato liberale Frank Schäffler, l'unica via di scampo espressa ancora un mese fa è infatti la seguente: "La Grecia deve rinunciare alle sue partecipazioni in diverse società e vendere le proprietà fondiarie, come ad esempio alcune delle sue isole. Sicuramente un affare vantaggioso, che porterebbe nelle casse del paese i fondi necessari per risanare la sua economia". Dello stesso avviso il deputato della CDU Marco Wanderwitz, partito della cancelliera Angela Merkel: "Se l'Unione europea e la Germania aiuteranno finanziariamente la Grecia, allora il governo di Atene dovrebbe dare in cambio solide garanzie. Qualcuna delle sue isole, ad esempio. Sarebbero una garanzia ideale."

Ma facciamo due conti. Una società privata di Amburgo, nel nord della Germania, sta cercando di vendere un'isola che si trova nello Ionio tra Itaca e Lefkada, al prezzo di 45 milioni di euro. Il governo dovrebbe dunque cedere circa mille isole (1/6 del suo patrimonio insulare che ne conta 6000) come pegno per il primo prestito ponte accordato di 45 miliardi di euro. In questo modo la Grecia potrebbe far fronte alle prime scadenze di pagamento del debito, facendo felici sia i deputati che hanno lanciato la proposta, sia i milioni di turisti tedeschi che ogni anno approdano nel Mediterraneo per le vacanze.

L'altra fanta proposta è stata pubblicata sotto forma di ipotetico articolo datato 5 gennaio 2011 su Bloomberg Businessweek ed è firmato dalla scrittrice ed editorialista Alice Schroeder. Il titolo: «Selling Greece to Disney Solves Europe's Woes».

Nel pezzo si ipotizza che la casa d'affari americana Morgan Stanley abbia superato tutti nel campo della gestione delle transazioni finanziarie nel 2010 e abbattuto tutti record del settore bancario, aiutando la Walt Disney company nell'acquisizione della Grecia per 120 miliardi di dollari. Nell'intervista immaginaria dell'autrice il ceo James Gorman, pur avendo dovuto "sacrificare" 179 anni di indipendenza della Grecia , si dice soddisfatto della chiusura del deal. Con toni cinici più veri della finzione (le epressioni sono molto più vicine a quelle usate dal vicepresidente di Goldman Sachs Fabrice Tourre che a quelle di Gordon Gekko nel film Wall Street.) Gorman infatti commenta: "Quando arrivi così vicino alla morte l'unica cosa di cui ti devi occupare è la sopravvivenza della tua stessa azienda...come è stata gestita da qualcun altro una storia lunga tremila anni non è un mio problema l'importante che il cliente sia contento. E lo è".

La decisione della multinazionale del cartoon di comprare la Grecia, si legge sempre nell'articolo che viene dal futuro, pare sia da attribuirsi a Steve Jobs ceo di Apple nonché più grande azionista di Disney. Vengono poi citate alcune condizioni cappio del contratto. Una di queste prevede che in cambio di 60 miliardi di azioni Disney e 60 miliardi di debito cancellato il primo ministro greco George Papandreou accolga i visitatori nel nuovo parco dei divertimenti EuroGreece collocato sull'Acropoli. La trasformazione del paese del Mediterraneo nel più grande parco giochi del mondo ha garantito però la cancellazione delle misure di austerity. Grazie allo Space Mountain Olympus, ai Pirati dell'Egeo e alla flotta di navi da crociere a tema Aphrodite, Artemis e Atena dedicate al golf in alto mare, il prezzo delle sigarette e dell'ouzo, le pensioni e lo stipendio del settore pubblico non sono stati più rivisti al ribasso. Tutto questo, secondo il ceo di Morgan Stanley è stato possibile grazie al valore di due brand globalmente riconosciuti: "Noi abbiamo Topolino, loro Aristotele".

La giornalista nel finale, quanto mai azzeccato, -visto l'ulteriore declassamento del merito di credito operato da Standard & Poor's dopo Grecia e Portogallo anche alla Spagna- anticipa un altro giro di shopping da parte di colossi statunitensi in territorio europeo: "Ieri il mercato è andato in fibrillazione su voci di accordi, simili a quello Disney, di Irlanda, Spagna e Portogallo (nazioni note per la produzione e consumo di alcool) con Diageo Plc, la più grande multinazionale globale di ditribuzione di bevande alcoliche con marchi come Guinness, Johnnie Walker, Gordon's gin.

Un magico mondo è dunque possibile? Forse. Appare comunque chiaro che la situazione finanziaria di alcuni paesi avrebbe proprio bisogno della bacchetta magica della fata di Cenerentola.

28 aprile 2010
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