Lidia Ravera, scrittrice e giornalista, da sempre impegnata per i diritti delle donne considera «positivo ampliare la possibilità di abortire senza liste di attesa, senza che a chi decide di farlo venga messo il bastone fra le ruote». E plaude alla campagna pubblicitaria televisiva pro aborto che tra pochi giorni Channel Four inserirà nei suoi palinsesti, una campagna voluta in Gran Bretagna dalla rete Marie Stopes International.
Perchè lo ritiene un passo utile?
Perchè abortire è già un momento così difficile nella vita di una donna e di una ragazza che ogni semplificazione è utile per poter assumere una decisione che resta meno grave che fare un figlio quando non si è maturi, non si è pronti. Lo vedo perciò come un fatto positivo. In Italia invece stiamo ancora lottando con gli obiettori, la legge 194 è costata lacrime e sangue alla mia generazione, ed è diventata merce di scambio politico. È sempre in forse ed è entrata nel gioco dei reciproci ricatti per le alleanze politiche, viviamo sempre con il rischio di dover fare marcia indietro e trovarci di nuovo con le mammane
Vuole dire che in Italia è impossibile pensare a una decisione di questo tipo
Qui abbiamo il Vaticano e questo certamente non aiuta, ci sono democristiani sotto mentite spoglie ovunque, perciò nel nostro paese sarebbe difficile decidere iniziative di questo tipo. In Italia per le donne è ancora un problema abortire perchè le strutture pubbliche sono soggette all'obiezione di coscienza, cosa secondo me gravissima. Invece una legge è una legge e se fai una cosa che nel tuo paese è legale, la coscienza, anche se sei contraria, non ti dovrebbe disturbare. Penso che l'obiezione di coscienza sia una scusa per poi mandare le donne nelle cliniche private ad abortire, quelle donne che con i tempi della sanità pubblica non ce la fanno, e questo è molto grave
Quindi considera in questo ambito la Gran Bretagna un paese più civile del nostro?
Sì, in questo e in tanti altri settori è un paese più civile del nostro che invece guarda al Burundi, non solo in questo campo. La Gran Bretagna è certamente un paese più civile del nostro