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Vito Mancuso: «Quanta tristezza, bene scandalizzarsi»

di Sara Bianchi

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21 maggio 2010
Vito Mancuso: «Quanta tristezza, bene scandalizzarsi»

Channel Four, in Gran Bretagna, sta per mettere in onda la prima campagna pubblicitaria televisiva di un gruppo di cliniche che praticano l'aborto. I gruppi anti-abortisti inglesi hanno condannato l'iniziativa.
E se accadesse anche nel nostro Paese?
Vito Mancuso, teologo, più volte dichiaratosi a favore di contraccezione, fecondazione assistita, principio di autodeterminazione per il fine vita, lo considera poco probabile. «Da questo punto di vista non considero, per questo, il nostro un paese più arretrato»
Quali reazioni le suscita questa notizia?
Non mi scandalizza, rientra nella logica di questo mondo, ma è un servizio per qualcosa che sarebbe meglio, a mio parere, che gli esseri umani non praticassero. Perché il rispetto della vita nelle sue forme umane fa parte dell'etica fondamentale degli uomini. Perciò la logica a cui rispondono queste iniziative non mi fa gioire
Vuol dire che servizi di questo tipo non dovrebbero esistere?
Dal momento in cui una legge dello Stato permette queste cose e i cittadini hanno bisogno di tutto ciò, mi rendo conto che probabilmente per qualcuno può anche essere un servizio. È una cosa che non mi sento di condannare, né mi scandalizzo, ma fa parte di ciò che non apprezzo dal punto di vista etico, perché mi sembra una sconfitta da parte di tutti. Rientra nella normalità di questo mondo il fatto che ci siano aspetti positivi e negativi e questa è una delle facce negative. Tutte le persone che hanno avuto a che fare con l'aborto sono d'accordo su questo, pensano che sia una vicenda che avrebbero potuto evitare, che ha lasciato dei traumi
I gruppi anti-abortisti inglesi hanno detto di considerare «grottesco permettere alle cliniche che praticano gli aborti di fare pubblicità in tv, come se fossero fabbricanti di prodotti per la pulizia»
Molto dipende anche da come è fatta questa pubblicità. Però commentando questa notizia mi sento come se parlassimo di una una pubblicità degli hospice, di quelle cliniche e associazioni svizzere, dove la gente va per togliersi la vita. Nel mondo c'è posto per tutti, ma certamente sono cose che non possono fare piacere. Invece la notizia della creazione della prima vita artificiale mi sembra in un passo in avanti, per quanto sappiamo che il progresso e la conoscenza debbano sempre avere una serie di cautele etiche per il loro utilizzo. Quest'ultima notizia in prima battuta mi ha rallegrato, ha acceso in me un senso di ottimismo, perché più la scienza e la tecnologia avanzano, a mio avviso, meglio è. Al contrario sapere di questo spot in Gran Bretagna non mi entusiasma
Pensa che pubblicità come questa potrebbero arrivare anche in Italia?
In tempi brevi direi di no. E certamente non considero per questo aspetto il nostro Paese più arretrato. Forse da noi c'è ancora una coscienza che si scandalizza e qualche volta uno scandalo può essere foriero di attenzione morale.

21 maggio 2010
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