Sono alcune decine le donne in uniforme in azione in Afghanistan in servizio presso reggimenti, task force e unità di supporto e combattimento. L'Italia è tra i Paesi che non limitano l'impiego del personale femminile a compiti che escludono la prima linea e del resto Cristina Buonacucina non è la prima donna soldato a restare ferita in azione. Il 20 settembre 2006 il caporale Pamela Rendina venne ferita non gravemente nell'esplosione di un ordigno che capovolse un blindato Puma degli alpini uccidendo due militari a Chahar Asyab, a est di Kabul.
Come i colleghi maschi, anche le donne soldato in molti casi combattono. Proprio a Bala Mughab, il maresciallo Lisa Giuseppina Cravotta, comandante di plotone della 106a compagnia mortai del Secondo reggimento alpini, a fine aprile ha risposto per due giorni ai razzi dei talebani "neutralizzando con precisione la minaccia", come recitano i comunicati ufficiali del comando di Herat. Il tenente Pamela Sabato, 27 anni, è il primo pilota donna dell'elicottero d'attacco A-129 Mangusta a essere schierata in Afghanistan dove una decina di queste macchine sono basate a Herat e spesso rischierate a Farah e Qal-i-Now per fornire fuoco d'appoggio alle truppe a terra.
Il maresciallo degli alpini Paola Gigante fa parte di una unità del Genio equipaggiata con i veicoli anti-Ied Buffalo impegnata nella scoperta e neutralizzazione degli ordigni improvvisati e nella ricerca di esplosivi. Laura Letta, tenente dell'Aeronautica Militare è pilota di C-130J, i velivoli cargo schierati a Herat e utilizzati per rifornire le basi avanzate.