Il processo di arricchimento dell'uranio costituisce il principale nodo da sciogliere nel dossier nucleare iraniano: si tratta infatti - a seconda del grado di arricchimento - di un'attività in grado di portare sia alla produzione di combustibile nucleare (legale dal punto di vista del Trattato di non proliferazione) che a quello di materiale fissile di possibile utilizzo bellico.
Due tipi di uranio
L'Iran è interessato a chiudere il ciclo di produzione del combustibile perché possiede delle miniere di uranio, dal quale è in grado di estrarre del minerale grezzo; l'uranio presente è formato da due isotopi (stesso numero di protoni ed elettroni, diverso numero di neutroni), l'U-235 e l'U-238: l'unico utilizzabile come combustibile però è l'U-235, che costituisce solo lo 0,7% del minerale totale.
A che serve l'arricchimento
Da qui la necessità del processo di arricchimento, che - nell'utilizzo civile - ha lo scopo di portare l'U-235 al 4-5% dell'uranio totale per permettere il processo di fissione; percentuale che per l'utilizzo militare e bellico deve salire almeno fino al 90%. Ecco perché la proposta dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea), sostenuta dalle potenze mondiali del gruppo '5+1' (Usa, Russia, Francia, Gran Bretagna, Cina e Germania) prevede che questo processo cruciale si svolga all'estero: in particolare l'uranio sarebbe arricchito in Russia e trasformato in combustibile nucleare in Francia, prima di essere rispedito in Iran. Teheran però non ha accettato questa proposta, è ha invece firmato oggi un accordo con Brasile e Turchia per il trasferimento in Turchia di 1.200 kg di uranio debolmente arricchito in cambio di combustibile.
Come si arricchisce l'uranio
L'arricchimento viene ottenuto grazie a un processo di centrifugazione: l'uranio grezzo, denominato "yellowcake", viene convertito in esafluoruro di uranio (UF6, gas ottenuto negli impianti appunto di conversione, come quello di Ispahan): questo viene poi introdotto nelle centrifughe degli impianti di arricchimento, che aumentano la concentrazione dell'isotopo U-235, il più leggero. Materiale fissile di utilizzo bellico può comunque essere ottenuto anche dall'uranio utilizzato come combustibile nucleare, una volta che questo sia esaurito: è possibile infatti ottenerne del plutonio, 6 chili del quale bastano per una testata.