FRANCOFORTE – Le prossime settimane saranno cruciali nel definire il futuro dell'Unione Europea. I partner devono discutere sia di una riforma del patto di stabilità e di crescita perché abbia più mordente e sia più efficace, sia di modifiche al sistema finanziario che permettano di meglio regolamentare i mercati. In questo contesto la Germania vuole che le sue priorità diventino quelle dell'intero continente.
Ecco quindi che da un lato decide unilateralmente di introdurre dall'oggi al domani un divieto alle vendite allo scoperto, sorprendendo non poco i partner europei che non si aspettavano una scelta di questo tipo, a poche ore da una riunione dell'Ecofin durante la quale l'argomento non era stato toccato. «Mi sembra che si dovrebbe almeno chiedere l'opinione dei propri partner», ha commentato seccato il ministro delle Finanze francese Christine Lagarde.
Dall'altro, il governo federale non manca l'occasione per ricordare che nel 2009 la Germania ha inserito nella propria costituzione nuove norme per limitare il deficit e ridurre l'indebitamento. Oggi in Parlamento a Berlino il cancelliere Angela Merkel ha spiegato di volere «che l'Europa si impegni ad adottare una nuova cultura della stabilità». E ha aggiunto: «La nostra cultura della stabilità ha fatto le sue prove».
Tra Berlino e Francoforte circola un piano in una decina di punti che la Germania dovrebbe presentare a Bruxelles con l'obiettivo di rafforzare il patto di stabilità e di crescita. Il piano impone stretto controllo reciproco e prevede un eventuale iter di "insolvenza ordinata". Ai paesi che non riuscissero a tenere sotto controllo i propri conti pubblici verrebbero congelati i fondi strutturali. Gli stati potrebbero essere privati del diritto di voto nei consessi europei.
In un momento di grandi cambiamenti, la Germania vuole che le sue regole diventino le regole dell'Unione. Certo, dietro alla decisione di introdurre unilateralmente il divieto delle vendite allo scoperto così come dietro all'insistenza per una nuova cultura della stabilità si nasconde il desiderio di rassicurare i tedeschi preoccupati per un euro debole in preda a mercati ritenuti strapotenti. Ma anche il tentativo di influenzare l'Europa che verrà, a costo di irritare i propri partner.