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24 febbraio 2006 |
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Sì definitivo al Dl sugli sfrattidi Nicoletta Cottone |
Via libera definitivo al decreto legge che proroga di sei mesi gli sfratti per le persone in condizioni di disagio, ma solo nei Comuni con oltre un milione di abitanti.
Il provvedimento, approvato il 15 febbraio dal Senato, ha ricevuto il placet dell'aula di Montecitorio il 23 febbraio per il via libera definitivo. Un decreto, che interessa solo le città di Roma, Milano e Napoli, che scontenta tutti, inquilini, proprietari e Comuni.
Il contenuto
Il decreto prevede il blocco, fino a 3 agosto 2006, della procedura esecutiva di sfratto nei Comuni con oltre un milione di abitanti. La sospensione interessa le procedure di sfratto contro conduttori che hanno nel nucleo familiare persone over 65 o disabili gravi (invalidità superiore al 66%), a patto che non dispongano di altra abitazione e di redditi sufficienti (il parametro sono i requisiti reddituali previsti dal Dm 7 giugno 1999) per prendere in affitto un nuovo immobile.
Il decreto prevede anche agevolazioni fiscali: per tutta la durata della sospensione sono azzerate le imposte sul reddito dovute allo Stato e ai Comuni dai proprietari. I Comuni, inoltre, potranno concedere esenzioni e riduzioni dell’Ici e dell’addizionale comunale 2006 anche a quei proprietari che sospenderanno volontariamente nel 2006 le esecuzioni degli sfratti a conduttori con situazione familiare e patrimoniale disagiata.
Viene ampliata, poi, la platea dei conduttori beneficiari di interventi speciali per la realizzazione di alloggi sperimentali o di edilizia sociale nei 14 Comuni capoluogo di maggiore emergenza abitativa. Il decreto è stato approvato al Senato nella versione originaria, salvo una parziale rimodulazione delle norme di copertura finanziaria.
Le polemiche
Il ministro per le Politiche agricole Gianni Alemanno difende l'operato dell'Esecutivo, spiegando che «si è fatto uno sforzo per allargare il decreto a una platea più ampia». Soddisfatto anche il relatore del provvedimento al Senato Emiddio Novi (Forza Italia). «Il decreto legge si inquadra - dice Novi - nella più vasta politica che il Governo ha fatto a favore della casa puntando anche a trasformare un milione di inquilini degli Iacp in proprietari». Ma c’è una pioggia di critiche sul terzo decreto in materia di proroghe di sfratti nell’arco di 18 mesi, dopo la sentenza della Corte costituzionale 155/2004 che si era espressa contro una mera proroga generalizzata degli sfratti. «In modo semplicistico - dice Roberto Giachetti della Margherita - il Governo, aggirando la sentenza della Corte costituzionale, scarica sui proprietari e sulle amministrazioni locali l’emergenza sfratti, senza interventi strategici o mirati, sostenendo una misura tampone che non risolve i problemi strutturali e lascia i proprietari degli immobili in una condizione di ingiustizia e i Comuni in seria difficoltà».
Assurdo, secondo l’Anci, l'Associazione nazionale Comuni italiani, il fatto che il decreto legge riguardi solo i Comuni con oltre un milione di abitanti, dunque Roma, Napoli e Milano. «La scelta - dice Ferdinando Balzamo, coordinatore della Consulta casa Anci - è assolutamente irragionevole perché il criterio scelto non trova riscontro nel quadro normativo vigente, né rappresenta la situazione reale delle città italiane. Rimangono escluse, solo per fare degli esempi, Firenze che ha la più alta percentuale di sfratti in Italia e città ad altissima tensione abitativa come Bologna, Palermo e Torino». Secondo Balzamo la proroga doveva essere accompagnata da politiche per uscire dall’emergenza, con interventi sul fronte dell’edilizia pubblica, riforma delle legge sulle locazioni e maggiori garanzie per l’accesso al credito per l’acquisto della casa.
Severo il giudizio di Pietro Folena di Rifondazione comunista. «Con quale logica - dice Folena - si può sostenere che i diritti di uno sfrattato ultrasessantacinquenne o portatore di handicap di Roma, Milano o Napoli debbano essere più riconoscibili rispetto a quelli delle persone con le stesse caratteristiche delle città di Bari, Bologna, Torino, Genova, Palermo, Venezia, Catania, Firenze e delle altre realtà metropolitane e urbane gravemente segnate dall’emergenza sfratti?».
Un forte dissenso sul decreto legge sfratti arriva anche dall’Uppi, Unione piccoli proprietari immobili. «Le forze politiche - dice Giacomo Carini, presidente dell’Uppi - stanno ancora una volta penalizzando i piccoli proprietari, in virtù di esigenze di tipo demagogico, incuranti dei moniti della Corte costituzionale». Anche per l’Unione inquilini il decreto sugli sfratti è «insostenibile» e, fra le altre, non sospende, come invece era stato promesso, gli sfratti per le famiglie con minori, malati terminali e con gravi malattie invalidanti.
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