Pioggia di contrassegni elettorali al Viminale: sono stati 174 quelli depositati, 139 gli ammessi, 9 senza effetto perché non accompagnati da idonea documentazione, 26 ricusati perché non rispondenti ai criteri di legge. È il bilancio stilato, fogli alla mano pieni di simboli colorati, dal ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu al termine del Consiglio dei ministri.
Con qualche curiosità e una forte protesta dei Verdi del Sole che ride. «Il contrassegno di lista presentato dall’onorevole Bobo Craxi - dice il ministro Pisanu - che era stato ricusato, è stato corretto e riammesso». Il ministro ha precisato che non ci sono state altre ricusazioni, nei due schieramenti, di contrassegni di lista. In caso di ricusazione ci sono 48 ore per il ricorso dopo la notifica del parere tecnico del ministero, dopo si passa al ricorso in sede giudiziaria.
Intanto sui simboli i Verdi contestano il Governo. Questa mattina i Verdi di Alfonso Pecoraro Scanio hanno protestato con un sit-in davanti a Palazzo Chigi e sono stati ricevuti dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, che ha trasmesso le proteste al ministro Pisanu. Alfonso Pecoraio Scanio aveva chiesto che il ministero dell’Interno, in sede di autotutela, accogliesse la richiesta prima che si esprima la Cassazione, per una questione di sensibilità democratica.
Il ministro dell’Interno, mostrando in diretta i due simboli incriminati nel corso della conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri, ha sottolineato, invece, che l’ultima parola spetterà alla Cassazione, se i Verdi decideranno di ricorrervi. Il contrasto sorto sul fronte dei contrassegni è fra i “Verdi” e i “Verdi Verdi” filocidiellini. «I verdi - sottolinea il ministro Pisanu - contestano non la grafica, ma la parola "Verdi", che campeggia al centro del simbolo dei "Verdi Verdi". Ma una parola non può essere considerata prerogativa di un solo partito, altrimenti avremo dovuto ammettere una sola lista con la parola pensionati, o addirittura una sola con la parola democrazia». Il Viminale, in pratica, non accetterà il ricorso dei Verdi, che hanno la facoltà, dice il ministro, di ricorrere in Cassazione. «Là si vedrà - conclude il ministro - e la decisione della Cassazione varrà per tutti».
Anche il ministro del Welfare Roberto Maroni, seduto accanto a Pisanu, dice la sua. «Sull’argomento c’è un precedente - dice Maroni - il Governo Prodi ammise il simbolo della Lega lombarda, che c’è ancora. Allora fu fatto per cercare di confondere l’elettore, ma noi, come i Verdi, qualche dubbio lo avevamo».