Lo sportello unico per le attività produttive diventa telematico: è la novità per le imprese contenuta nel decreto legislativo che integra il Codice dell’amministrazione digitale, approvato oggi dal Consiglio dei ministri. Istanze, dichiarazioni, documenti e atti dovranno viaggiare on line. Nasce anche il registro informatico degli adempimenti amministrativi di competenza delle amministrazioni centrali, nell’ambito di una rete di servizi gestiti dagli sportelli sul territorio. Grazie a questa iniziative le imprese dovrebbero risparmiare tempo e denaro nelle complesse pratiche burocratiche connesse all'utilizzo dello sportello unico.
Il provvedimento mira anche a eliminare il «pellegrinaggio burocratico» dei cittadini da un ufficio pubblico a un altro per sbrigare le pratiche amministrative. Dal 1° settembre tutte le amministrazioni pubbliche dovranno dotarsi di un indirizzo di posta elettronica istituzionale e di uno di posta elettronica certificata, per offrire maggiore certezza legale alle comunicazioni. L’uso della posta elettronica al posto di quella tramite posta potrebbe portare, secondo il ministero dell’Innovazione, a un risparmio di circa 350 milioni di euro fin dal prossimo anno.


Confermata la nascita del Sistema pubblico di connettività, una sorta di «autostrada digitale del sole», come la definisce il ministro per l’Innovazione Lucio Stanca, che collegherà tutte le amministrazioni pubbliche, consentendo di erogare servizi integrati a cittadini e imprese. Costo dell’operazione 1,2 miliardi di euro in 5 anni. In rete anche 500 uffici pubblici oltre confine, come ambasciate, consolati, sedi Ice, Istituti italiani di cultura e Camere di commercio. «Il sistema - spiega Stanca - eliminerà presto l’obbligo per cittadini e imprese di esibire i certificati da un’amministrazione all’altra. Infatti tutte le Pubbliche amministrazioni, statali, regionali e locali, saranno connesse in rete e dovranno reciprocamente acquisire on line le informazioni riguardanti il cittadino e le imprese già possedute da altri uffici pubblici, grazie alla disponibilità in rete dei documenti pubblici». Il decreto prevede, insomma, una sorta di azzeramento dei 35 milioni di certificati prodotti annualmente dalle Pubbliche amministrazioni, con un risparmio per i cittadini stimato in circa 400 milioni di euro.


Il sogno di Stanca, insomma, è una sorta di pubblica amministrazione senza carta, dove tutto viene conservato in archivi informatici. Anche le conferenze dei servizi viaggeranno on line, con risparmi di tempo, viaggi e trasferte.
Abbattimento dei costi anche tramite il riuso di tecnologie, con una sorta di banca dati dei programmi informatici riutilizzabili, con un elenco di programmi applicativi di proprietà pubblica. Le amministrazioni, prima di nuovi acquisti, dovranno verificare se esistono soluzioni da riutilizzare, cedute a titolo gratuito dalle amministrazioni titolari.