Slitta l’entrata in vigore di alcuni articoli del Codice degli appalti in vigore dal prossimo 1° luglio: la strada scelta dal Consiglio dei ministri è quella di un emendamento da inserire nel decreto legge proroghe all’esame del Parlamento che fa slittare l’entrata in vigore di alcuni istituti del Codice al 31 dicembre 2006 e di un decreto legislativo correttivo esaminato oggi in prima lettura, che sarà analizzato dalla Conferenza unificata Stato-Regioni e dal Parlamento, prima di vedere la luce nel prossimo autunno.
«Si tratta - spiega il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Enrico Letta - della sospensione selettiva di alcuni istituti facoltativi del Codice degli appalti». Dunque, assicura l'Esecutivo, nessun rischio di infrazione da parte di Bruxelles.


«Ci siamo resi conto - spiega il ministro per le Infrastrutture Antonio Di Pietro - che il Codice degli appalti, così com’è strutturato, presenta lacune e scelte che non possiamo condividere». Gli articoli del Codicedegli appalti (Dlgs 163/2006) interessati dalla revisione, specificati dal ministro Di Pietro nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi, sono: l'articolo 33 (Appalti pubblici e accordi quadro stipulati da centrali di committenza), il comma 10 dell’articolo 49 (Il contratto è in ogni caso eseguito dall’impresa che partecipa alla gara, alla quale è rilasciato il certificato di esecuzione, e l’impresa ausiliaria non può assumere a qualsiasi titolo il ruolo di appaltatore, o di subappaltatore) e gli articoli 53 (Tipologia e oggetto dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture), 56 (Procedura negoziata previa pubblicazione di un bando di gara), 57 (Procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di gara), 58 (Dialogo competitivo) e 59 (Accordi quadro).


La normativa in vigore dal 1° luglio relativa ai temi trattati da questi articoli resta, dunque, quella vecchia. Sì, invece, alle sperimentazioni sui sistemi dinamici di acquisizione (articolo 60) e sulle aste elettroniche (articolo 85).
«Ci siamo trovati - spiega il sottosegretario Enrico Letta - a contemperare tre esigenze: non andare in infrazione comunitaria, dare certezza agli operatori e aprire un dialogo con imprese e sistema per una revisione del Codice degli appalti all’insegna della discussione».


Sul fronte delle deleghe Sergio D’Antoni, parlamentare della Margherita ed ex segretario generale della Cisl, sarà viceministro per il Sud con delega per le politiche del Mezzogiorno che comprende gli incentivi, le compagnie d’assicurazione, il commercio, i servizi e tutto quello che riguarda i consumatori.

Filippo Bubbico, invece, ex presidente della Basilicata e esponente dei Ds ha ottenuto le competenze legate al Dipartimento per lo sviluppo e la coesione e ai Fondi strutturali Ue. Al vicepresidente del Consiglio Francesco Rutelli è andata la delega su turismo e made in Italy. ega sul turismo. «Avrò - spiega Rutelli - una serie di capacità operative molto ampie per quanto riguarda il marchio dell'Italia nel mondo ed altri settori di intervento molto ampi».


Fra le altre decisioni del Consiglio dei ministri la convocazione a Palazzo Chigi del tavolo per la Tav il 29 giugno e la presa d’atto della proposta avanzata dal premier Romano Prodi di nominare Vittorio Conti come quinto componente della Consob (la poltrona era vacante da tempo).