«Contro l’evasione fiscale saremo inesorabili»: lo ha detto il presidente del Consiglio Romano Prodi al termine dell’ultimo Consiglio dei ministri del 4 agosto prima delle vacanze estive, facendo un bilancio dei primi 80 giorni di Governo.
«Non abbiamo toccato le aliquote - dice Prodi - ma abbiamo dato più giustizia nella distribuzione dei carichi fiscali. Proseguiremo in modo inesorabile nella lotta all'evasione fiscale». Al leader della Casa delle libertà Silvio Berlusconi che nei giorni scorsi aveva parlato di Stato di polizia tributaria, il Presidente del Consiglio Romano Prodi risponde: «Le norme italiane sono molto meno severe di quelle Usa. Non è uno Stato di polizia tributaria, abbiamo semplicemente rimesso in piedi lo Stato. Non siamo anarco-liberisti. Siamo liberisti». Il Governo, ha precisato Prodi, intende proseguire sulla strada delle liberalizzazioni.

È stata invece rinviata al Consiglio dei ministri del 31 agosto la discussione del decreto di riforma
della legge sulla tutela del risparmio, approvata lo scorso dicembre. Data la vastità della materia e le svariate critiche al testo di legge, il rinvio consentirà un esame più accurato del testo, ha spiegato il ministro dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, al termine del Consiglio dei ministri, sottolineando come, vista la necessità dell'approvazione parlamentare, «si è deciso di vararlo in quella occasione», considerato che ora le Camere sono chiuse.

Nell'incontro con i giornalisti Prodi ha anche denunciato la mancanza di copertura finanziaria per le delibere Cipe relative alla Legge obiettivo. «Ci sono alcune parti della legge obiettivo che non hanno copertura - dice Prodi - mentre le delibere del Cipe dovrebbero essere completamente coperte». Il ministro dell’Economia Tommaso Padoa Schioppa ha precisato che in seguito a una ricognizione delle delibere Cipe relative alla ripartizione di fondi stanziati da provvedimenti legislativi è emerso un buco di poco meno di 115 miliardi di euro al finanziamento delle opere della legge 443/2001. Il principio della copertura, precisa una nota diffusa dalla Presidenza del Consiglio dei ministri «è stato purtroppo disatteso progressivamente nei fatti, forse a causa di pressioni provenienti da gruppi di interesse locali e nazionali».

Il costo del programma delle opere risulta superiore del 38% rispetto a quello previsto nel 2001, con una lievitazione dei piani finanziari di copertura da 125,9 a 173,4 miliardi di euro. La ricognizione compiuta ha fatto emergere un fabbisogno finanziario di almeno 115 miliardi di euro rispetto all’attuale copertura. «Si rende necessaria, pertanto - prosegue la nota - una rivisitazione del programma delle opere attraverso un’attenta ricognizione di tutti gli interventi inseriti, al fine di individuare un nuovo elenco di opere prioritarie, selezionate secondo criteri di efficacia nell’utilizzo delle risorse realmente disponibili».

Prodi ha sottolineato che sono state tagliate significativamente le spese dei ministeri, smentendo chi diceva che che l’aumento del numero dei dicasteri avrebbe prodotto un aumento di spese. «Abbiamo cominciato a fare girare l'Italia. Abbiamo lavorato duramente - dice Prodi - senza dare ascolto agli uccelli del malaugurio, dimostrando anche che la serietà al Governo non era soltanto uno slogan ma é il nostro modo di governare». Prodi ha confermato che nella Finanziaria ci sarà l'abbattimento di cinque punti del cuneo fiscale. «Confermo l'impegno solenne - dice Prodi - per una misura fondamentale per ridare ossigeno all'economia».

Il leader dell’Ulivo ha anche affrontato il tema dell’indulto. «Vorrei che si smettesse questa confusione - afferma Prodi - smettendo di far passare l'indulto come un condono generalizzato. L'indulto aveva lo scopo principale e urgente di non fare degenerare oltre la gravissima situazione in cui noi abbiamo trovato il nostro sistema carcerario. Si era raggiunto e superato ogni limite di capienza delle strutture di pena e gli uffici segnalavano massimo allarme. Se non si tiene presente questo punto si rischia di travisare la realtà, perché tutti vorremmo prendere decisioni in un diverso contesto».

Sul tema dell’indulto si è tenuta una riunione a margine del Consiglio dei ministri di oggi. «Abbiamo valutato - spiega Enrico Letta, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri - la gestione delle conseguenze dell'uscita dalle carceri». All'incontro hanno partecipato i ministri dell’Interno Amato, della Giustizia Mastella, del Lavoro Damiano e della Solidarietà sociale Ferrero. Sono state esaminate le questioni legate al tema del rimpatrio degli extracomunitari secondo la normativa vigente, i problemi dei tossicodipendenti in uscita dal carcere, per i quali ci sarà un incontro con le comunità di recupero e sono state valutate le possibilità di reinserimento lavorativo. Il ministro dell’Interno ha confermato l’attenzione delle Forze dell’ordine a verificare le singole situazioni che esigono l'intervento sociale, la vigilanza di Polizia o che evocano la legge vigente in materia di immigrati.

Amato ha chiarito che gli immigrati che hanno lasciato le carceri italiane usufruendo dell'indulto, condannati per reati minori, ma sospettati di legami con il terrorismo internazionale «si contano sulle dita di due mani, e comunque, sono tutti sotto il pieno controllo delle forze di polizia e, godono di un'attenzione particolarissima».