Governo, Confindustria e sindacati hanno raggiunto ieri sera un accordo di massima sul delicato tema del Tfr.
Era più di una settimana che si andavano infittendo i rapporti tra di loro per uscire dalle difficoltà in cui era precipitato l'iter della legge finanziaria e i problemi sono stati progressivamente risolti, tanto che ieri sera è stata sufficiente un'ora di confronto per cogliere il risultato pieno. Nei prossimi giorni la trattativa continuerà per mettere a punto l'accordo, sciogliere gli ultimi dubbi, valutare tutti i diversi aspetti, ma lo sblocco dell'intesa è di per sé molto importante.
Governo e parti sociali si sono messi d'accordo su un meccanismo di fondo che prevede l'anticipo di un anno, al primo gennaio 2007,del varo della previdenza integrativa che doveva avvenire un anno più tardi.
Saranno i lavoratori a decidere il destino del loro Tfr, se cioè destinarlo ai fondi della previdenza integrativa o invece tenerlo in azienda. Se non si dovessero pronunciare entro il primo semestre del 2007, quindi fino al 30 giugno, varrà la regola del silenzio assenso a favore dei fondi, nel senso che il Tfr verrà dirottato in quella direzione. Le risorse che resteranno in azienda invece andranno interamente al fondo dell'Inps, ma solo nel caso delle aziende con più di 50 dipendenti, perché le più piccole potranno continuare a gestirle direttamente in attesa di trasferirle ai lavoratori al momento della quiescenza.
In pratica si è voluto tenere fuori dal trasferimento forzoso tutte le piccole imprese, la gran parte. Rientra in questa classe infatti l'85% degli associati al sistema di Confindustria. L'onere del travaso di liquidità dal Tfr all'Inps sarà calibrato su una platea di poco più di 23mila imprese dei diversi settori —industria, ma anche banche, assicurazioni, grande distribuzione — cui verrà tolto il 100% delle liquidazioni "inoptate".
Sono previste però delle compensazioni per alleggerire il carico delle aziende che perdono un canale molto importante di autofinanziamento, sia quelle che lo dirottano ai fondo dell'Inps, sia quelle nelle quali i lavoratori,per la loro scelta precisa o per non aver compiuto alcuna scelta, fanno arrivare il loro Tfr ai fondi della previdenza integrativa. Su queste compensazioni Confindustria ha molto insistito al punto di farne una condizione tassativa per aderire all'accordo.
Ancora, Confindustria ha chiesto che l'accordo sia solo temporaneo,nel senso che esso sarà rivisto, già nel 2008 secondo gli accordi intercorsi. Ancora, Confindustria ha insistito molto perché la soglia dei 50 addetti non subisca stravolgimenti che metterebbero in crisi l'intera intesa.
Tutti positivi i commenti dei protagonisti dell'accordo. Romano Prodi ha detto che questa intesa è «un'altra tappa nel percorso della concertazione e del dialogo, la dimostrazione che l'Italia può ottenere quei risulatti che da troppo tempo le mancano ». Un segnale, ha aggiunto, «forte, non simbolico». Sulla stessa lineail ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa,che ha parlatodi«accordo storico che chiude un problema aperto da dieci anni,molto importante per la futura pensione dei giovani di oggi».Il ministro del Lavoro, Cesare Damiano, ha rilevato come l'intesa vada «nella giusta direzione».
I sindacalisti hanno apprezzato soprattutto l'anticipo di un anno del varo della previdenza integrativa dopo tanti rinvii. «Un buon accordo», ha commentato Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil, trovando pienamente d'accordo Raffele Bonanni e Luigi Angeletti. «Il Governo aveva scavalcato il sindacato — ha rilevato il leader della Cisl — stasera abbiamo trovato un accordo soddisfacente ». Critico il Centrodestra, con Maurizio Sacconi che parla di «accordo truffa», ma anche la Confcommercio, cui l'intesa è sembrata «squilibrata» dato che si aspettava qualcosa in più per i suoi associati.