26 ottobre 2006 |
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Come cambia l'Irpefdi Nicoletta Cottone |
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La manovra di fine anno cambia volto sul fronte Irpef, con un emendamento presentato dal viceministro all’Economia Vincenzo Visco. Restano invariate le aliquote, ma cambiano detrazioni e assegni al nucleo familiare. I vantaggi, secondo i conteggi del viceministro Visco, dovrebbero interessare i redditi fino a 40mila euro per i lavoratori dipendenti (89% dei dipendenti con solo coniuge a carico) , fino a 35mila euro per i pensionati (94%) e fino a 32mila euro per i lavoratori autonomi (85 per cento). In caso di coniuge e più figli a carico i benefici si estendono per i lavoratori dipendenti ai redditi fino a 45mila euro.
Nel testo presentato dal viceministro Visco, come annunciato ieri, non trova spazio il contributo di solidarietà del 2% per i redditi al di sopra dei 150mila euro, che di fatto porterebbe il prelievo al 45%, come proposto dall’Ulivo alla Camera e sostenuto da molti onorevoli del centro sinistra. L’incremento, secondo i proponenti, sarebbe utile a finanziare detrazioni per i contribuenti over 75.
Negli intenti del Governo l’emendamento proposto, come si legge nella relazione di accompagnamento, è volto a dare piena coerenza alla riforma dell’Irpef e degli assegni al nucleo familiare potenziandone i vantaggi per i redditi bassi, in particolare per i contribuenti con familiari a carico. Il minimo esente viene innalzato da 7mila a 7.500 euro. Rimodulato il profilo con cui la detrazione per il coniuge a carico diminuisce all’aumentare del reddito complessivo, in modo da aumentare l’importo goduto per i redditi fino a 40mila euro.
Le aliquote sono confermate al 23% fino a 15mila euro, al 27% da 15.001 a 28mila, al 38% da 28.001 a 55mila, al 41% da 55.001 a 75mila, al 43% oltre 75mila.
Viene anche chiarito un nodo interpretativo: in presenza di più figli, ai fini del calcolo della detrazione spettante l’incremento di 15mila euro si applica ad ogni figlio, dunque in caso di due figli l’importo base di 95mila euro diventa 110mila per entrambi, nel caso di 3 figli 125mila e così via. Una ulteriore modifica consente la possibilità sul fronte delle detrazioni di optare, al posto del 50% per uno, per l’attribuzione delle detrazioni per i figli al genitore con reddito più elevato, per consentire comunque il godimento del beneficio in caso di in capienza di uno dei genitori.
Una ulteriore modifica estende alla detrazione per il primo figlio a carico nel caso di nuclei familiari con un solo genitore i vantaggi apportati dall’emendamento alla detrazione per il coniuge a carico.
Sul fronte degli assegni familiari introdotti nuovi livelli di reddito e relativi importi per le famiglie con almeno un figlio minore. «L’emendamento - spiega la relazione - ridefinisce anche gli assegni per i nuclei con più di 3 figli in modo da realizzare per tutte le tipologie familiari i vantaggi derivanti dalla riforma in termini di aumento dell’importo degli assegni, di superamento delle trappole della povertà e di innalzamento dei livelli di reddito massimi ai quali si finisce di usufruire degli assegni».
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