22 novembre 2006 |
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Sul Dl fiscale fiducia anti-blitzdi Barbara Fiammeri |
Probabile fiducia al Senato sul decreto fiscale. La decisione verrà assunta nel corso di un ultimo vertice che si terrà alle 8,30 di stamane, a poche ore dall'inizio delle votazioni sul provvedimento, subito dopo la conclusione delle repliche del relatore e dell'Esecutivo. Il ricorso alla fiducia potrebbe rivelarsi «inevitabile » visti i tempi ristretti (il decreto deve essere approvato entro giovedì) e il rischio di eventuali blitz dell'opposizione: l'approvazione anche di uno solo dei 100 emendamenti presentati dalla Cdl imporrebbe di fatto il ritorno alla Camera e quindi la decadenza del provvedimento. Tant'è che,proprio per garantire la sopravvivenza del decreto, la maggioranza non ha presentato alcun emendamento al Dl affidando le proposte di modifica ad ordini del giorno.
Ad aumentare le ansie della maggioranza al Senato è anche l'avvio, a partire da giovedì, del confronto sulla Finanziaria, da approvare entro il 21 dicembre e che poi dovrà tornare alla Camera per il voto definitivo. Anche in questo caso già si parla di fiducia. Nella riunione svoltasi ieri a Palazzo Chigi — cui hanno partecipato i ministri dell'Economia Padoa Schioppa e dei Rapporti con il Parlamento Chiti, il capogruppo dell'Ulivo a Palazzo Madama, Anna Finocchiaro, il presidente della commissione Bilancio Morando e il relatore Morgando — siè sottolineato soprattutto la necessità di arrivare in aula senza soprese dell'ultim'ora come è avvenuto nel primo passaggio alla Camera.Quanto alla richiesta della fiducia, sia Finocchiaro che Chiti puntano ad evitarla, sostenuti anche dalla posizione assunta dal presidente del Senato, Franco Marini. Tuttavia, Padoa Schioppa insiste sui «tempi stretti» che potrebbero far diventare «inevitabile » il ricorso alla fiducia.
Una prima risposta arriverà già questa mattina sul decreto fiscale. Ierisera,nel corso delladiscussione generale, la Cdl ha tentato un primo blitz rinunciando ai propri interventi per tentare di anticipare il voto sugli emendamenti. La richiesta però è stata respinta dal presidente Marini (che ha tempestivamente fatto ritorno al tavolo della presidenza alla qualein quel momento sedeva il leghista Calderoli) che ha ricordato all'opposzione la decisione assunta nella mattina di comune accordo di procedere alle votazioni a partire da oggi. Se il Governo non metterà la fiducia, i senatori dell'Ulivo (e i senatori a vita) dovranno essere pronti a presidiare l'aula per almeno 100 votazioni alle quali potrebbero aggiungersi quelle su eventuali pregiudiziali.
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