22 novembre 2006 |
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Manager, la stretta dimezzata |
Quando ha parlato di svolta «francescana» contro gli sprechi alle Ferrovie dello Stato, l'ingegner Mauro Moretti,amministratore delegato Fs dall' 8settembre,non poteva immaginare che di lì a poco da quell'appello sarebbe scaturita una rivoluzione. Con tanto di ghigliottina, dalla lama così affilata in grado di tagliare il suo stipendio, come di molti altri dirigenti di società pubbliche.
L'emendamento del Governo alla Finanziaria, approvato dalla Camera, ha introdotto il tetto di 500mila euro ai compensi annui lordi del «legale rappresentante e dei dirigenti » delle «società non quotate partecipate dal ministero dell'Economia».
È come se fosse stato ricostruito il muro di Berlino. I dirigenti delle società in Borsa, anche se controllate dallo Stato (come Eni, Enel, Finmeccanica, Alitalia), sono nellaparte Occidentale del territorio, dove gli stipendi sono liberi, «di mercato».È la parte di territorio dove le buste paga sono più alte, oltre a ricche stock option.
I dirigenti delle società pubbliche non quotate sono rimasti intrappolati a Oriente del muro: a loro si applica il calmiere di 500mila euro l'anno.In questa riserva indiana ci sono Fs, Rai,Poste, Anas, Fintecna, Tirrenia, Cassa depositi e prestiti,Poligrafico, Sviluppo Italia, Enav, Eur Spa, Consap, Consip, Coni Servizi e altre minori.
Il tetto si applicherà solo«per il conferimento dei nuovi incarichi », sempre che il Senato confermi la legge, quindi alle nomine dal 2007. Tuttavia anche chi già occupa una poltrona di vertice probabilmente risentirà del clima «francescano». Anche se non vi fossero taglialle buste paga, è immaginabile che il «pay watch» inneschi un freno alla crescita. Sono consentite eccezioni al tetto,con«autorizzazioni in deroga» del ministro competente, di concerto con il ministro dell'Economia, «per comprovate ed effettive esigenze».
Il tetto agli stipendi — non è legato ai risultati delle aziende — sarebbe stato voluto da alcuni gruppi politici, per reazione sia agli elevati stipendi di alcuni manager pubblici (ma sono nelle società quotate, quindi non verranno toccati) sia alle superliquidazioni pagate dalle Fs agli ultimi due ex capi: 6,5 milioni a Giancarlo Cimoli nel maggio 2004, 78 milioni a Elio Catania lo scorso settembre.
Intanto all'Alitalia Cimoli guadagna (2,786 milioni nel 2005) più di ogni altro suo pari europeo nel trasporto aereo,anche se la compagnia ha peggiorato i conti, mentre le altre hanno aumentato gli utili.L'Alitalia però è in Borsa: quindi Cimoli non è soggetto alla ghigliottina di Tommaso PadoaSchioppa. Ne sono esenti anche Enel ed Eni. Dai due gruppi Paolo Scaroni ha ricevuto 10,38 milioni lordi di compensi l'anno scorso, oltre ai 10,6 milioni lordi guadagnati con le stock option Enel.
Sono — o saranno — soggetti al tetto di 500mila euro gli stipendi dei vertici delle Poste. Anche il presidente, Vittorio Mincato, che nel 2005 ha ricevuto dall'Eni, compreso il Tfr dopo 41 anni di servizio, 11,265 milioni lordi. Il suo predecessore alle Poste, Enzo Cardi, ha ricevuto 545mila euro nel 2004. Massimo Sarmi,a.d. delle Poste,ha percepito 1,297 milioni nel 2004, inclusi i compensi come direttore generale, con i quali ha raddoppiato la busta paga.
Non è stato reso noto lo stipendio di Moretti, alle ferrovie dal 1978, come a.d. delle Fs Spa, né il compenso del nuovo presidente, Innocenzo Cipolletta, il quale è anche presidente di questo giornale. Il predecessore, Catania, che era presidente e a.d., riceveva più di due milioni lordi l'anno. Secondo indiscrezioni, lo stipendio fisso di Moretti sarebbe inferiore ai due predecessori.
Oltre quota 500mila il compenso annuo fissato pochi mesi fa per il nuovo a.d. del Poligrafico, Massimo Ponzellini: 525mila euro lordi,inclusi 175mila di premio «variabile» per i risultati. A Est del "muro" anche Maurizio Prato,presidente e a.d.di Fintecna: 774mila euro la sua dichiarazione dei redditi riferita al 2003. Non è stato reso pubblico lo stipendio dei nuovi vertici Rai. Secondo indiscrezioni, l'ex d.g. Flavio Cattaneo (ora a Terna)riceveva 800mila euro, l'ex presidente Lucia Annunziata 600mila. Si ritiene che Claudio Cappon e il nuovo presidente, Claudio Petruccioli, siano in linea con queste cifre.All'Anas il nuovo presidente Pietro Ciucci, che ha anche funzioni di direttore generale, dovrebbe guadagnare più dei 500mila euro del predecessore, Vincenzo Pozzi.
Infine le municipalizzate.Presidenti e consiglieri non potranno guadagnare più del 70% del sindaco, a meno che non siano quotate: i vertici di Aem, Acea, Hera sono al sicuro. Il tetto del 70% non si applica comunque agli amministratori delegati né al comitato esecutivo.
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