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20 dicembre 2006

Un decreto per rimediare agli errori

di Dino Pesole

Soppressione della contestata norma, contenuta nell'articolo 1, comma 1343, della Finanziaria, che anticipa i termini di prescrizione per gli illeciti contabili commessi da politici e amministratori; correzione dell'errore sui contributi europei Cip6 in materia di fonti energetiche rinnovabili, per ribadire che gli impianti ammessi al contributo sono quelli già realizzati e operativi. Il tutto in un decreto legge che il Governo comincerà a definire nella mattinata di domani in una riunione appositamente convocata a Palazzo Chigi, in previsione del Consiglio dei ministri del 27 dicembre.
Questo mentre da Bruxelles si conferma una valutazione positiva sui fondamentali della Finanziaria. «La nostra prima impressione ha dichiarato Amelia Torres, portavoce del commissario per gli Affari economici, Joaquin Almunia è che non ci siano state variazioni rispetto alla bozza in termini di impatto e siccome non ci sono stati dei cambiamenti la nostra prima impressione è positiva».
Il decreto correttivo si annuncia corposo, poiché a un più attento esame del maxiemendamento su cui il Governo ha chiesto e ottenuto la fiducia al Senato, e ora al vaglio finale della Camera, stanno emergendo diverse questioni in sospeso, che richiederanno una correzione urgente. Frutto della confusione del momento, e di un testo monstre in cui è stato inserito di tutto. Prassi consolidata, che continua però a suscitare serie preoccupazioni al Quirinale.
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano,non ha nascosto le sue perplessità, e ora c'è da attendersi che l'esame dell'intero provvedimento, non appena sarà sottoposto alla sua firma, non sarà solo formale. Del resto, già da giorni gli uffici del Quirinale lo stanno setacciando attentamente. L'auspicio è che questo sia effettivamente l'ultimo anno in cui la Finanziaria giunge alla conclusione con le attuali regole. È tempo di riformare l'intera sessione di bilancio.Identica valutazioneè stata espressa dal presidente della Camera, Fausto Bertinotti: «Non appena terminato l'iter ci metteremo immediatamente al lavoro per per modificare la struttura della Finanziaria e le modalità di confronto in Parlamento,affinché questo appuntamento sia sottratto alla patologia e ricondotto alla fisiologia».
Il decreto interverrà ex post,
mentre laFinanziaria che giungerà al Colle conterrà la norma contestata. Dunque —si chiede laLega — può Napolitano firmare un provvedimento che contiene la sanatoria degli illeciti per gli amministratori pubblici? Il problema sarà risolto, con ogni probabilità, attraverso il contestuale invio al Quirinale del Dl riparatore.
La questione è ormai nota. La norma introdotta nel maxiemendamento modifica la legge 20/1994, che fissa in cinque anni il termine di prescrizione del diritto al risarcimento del danno erariale. L'emendamento (ribattezzato il «comma fantasma»)dispone che il periodo di cinque anni decorra non più dalla data in cui si è verificato il fatto,ma quella in cui è stata realizzata la condotta che ha prodotto il danno. Da qui l'anticipo del termine finale di prescrizione. Novità che ha suscitato l'immediato allarme della Corte dei Conti, e la contestuale, ferma dissociazione del ministro Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei valori. Ora — spiega il capogruppo Idv alla Camera, Massimo Donadi —nel decreto dovranno essere salvati anche gli emendamenti che tagliano i costi della politica.
Quanto ai Cip6, è stato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Vannino Chiti, ad annunciare l'intenzione del Governo di correre ai ripari. Decisione accolta con immediato favore dai Verdi e da Rifondazione: «Non avrei votato la legge comunitaria se queste assicurazioni non fossero giunte tempestivamente », ha commentato Tommaso Sodano (Prc).



 

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