Possibili novità in arrivo sulla questione relativa agli arretrati per le auto aziendali. Una delle soluzioni più accreditate è che venga meno la retroattività al 2006 della norma, contenuta nel decreto fiscale collegato alla Finanziaria, approvato in via definitiva dal Senato lo scorso 23 novembre, che dispone l'aumento, a partire dal 1? gennaio scorso, del valore del «fringe benefit» derivante dall'uso personale dell'automezzo aziendale da parte del lavoratore. Il dispositivo, che interviene in senso restrittivo sul regime di deducibilità dei costi relativi ai mezzi di trasporto aziendali introdotto nel 1997, modifica l'articolo 51, comma 4, lettera a) del Tuir, aumentando la tassazione dal 30 al 50 per cento. Al tempo stesso, in deroga allo Statuto del Contribuente, sidispone che la norma abbia effetto a partire dal periodo d'imposta in corso alla data di approvazione del decreto. Ed è proprio questo l'aspetto sul quale Governo e maggioranza avrebbero deciso di intervenire. L'ipotesi — stando alle indiscrezioni dell'ultim'ora — sarebbe quella di un emendamento all'articolo 5 della Finanziaria,oppure, nel caso in cui siarrivi al voto di fiducia, ad una modifica da far confluire nell'eventuale maxiemendamento.
L'effetto della novità allo studio è che la norma si applicherrebbe a partire dal prossimo 1ڠgennaio. Ma a quel punto si potrebbe aprire un'ulteriore partita.
Poiché l'incremento della tassazione sui «fringe benefit» aziendali è stato introdotto per far fronte ad una parte degli oneri causati dalla sentenza della Corte di Giustizia sull'indetraibilità dell'Iva sulle auto aziendali, non è escluso che l'intera norma possa essere riconsiderata. Nel decreto che il ministro dell'Economia dovrebbe varare nei primi mesi dell'anno si potrebbe collegare infatti l'aumento della tassazione sui fringe benefit aziendali all'esito dei colloqui in corso con l'Unione europea. Se da Bruxelles verrà dunque il via libera, crescerà la quota di Iva che lo Stato incasserà e in misura corrispondente potrebbe aumentare anche la deduzione dei costi per le auto aziendali.
Si aprirebbero in tal modo spazi anche per un'eventuale, completa eliminazione dell'intervento sui fringe benefit, poiché verrebbe meno la ragione che ha indotto il Governo a intervenire con la misura compensativa introdotta nel decreto.
Del resto,la misura ha suscitato in questi giorni non poche perplessità all'interno della stessa maggioranza. Per primo il senatore della Margherita, Tiziano Treu, ha ricordato come non sia opportuno «cambiare le carte in tavola per i cittadini e le aziende che hanno firmato dei contratti e sottoscritto degli accordi».
Contro la retroattività della norma si sono espressi anche Angelo Piazza e Lanfranco Turci (Rnp): «La nuova recente disciplina fiscale sui benefit aziendali, applicata da alcune aziende con effetto immediato e a carico totale del dipendente o collaboratore, sta determinando situazioni insostenibili per tanti lavoratori che rischiano di trovarsi falcidiata la busta paga a fine d'anno».
Quanto alla norma, introdotta nell'articolo 1 della Finanziaria, che assegna alla riduzione della pressione fiscale le eventuali maggiori entrate realizzate nel 2007 per effetto della lotta all'evasione (sulla quale "indagherà" la Corte dei Conti), è stato ieri il ministro dell'Economia, Tommaso PadoaSchioppa a ribadire che le tasse «non caleranno nel 2007. Scenderanno via via che vi saranno risultati sicuri nella lotta contro l'evasione».