Il Consiglio dei ministri ha deliberato di procedere alla cessione di una quota di controllo di Alitalia da parte del ministero dell'Economia, che attualmente detiene il 49,9% del capitale della società, mediante una procedura competitiva a trattativa diretta, rivolta a potenziali acquirenti. Lo segnala una nota diffusa da Palazzo Chigi. Al termine del Consiglio dei ministri il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Enrico Letta ha precisato che il Tesoro scenderà sotto il 30% nel capitale di Alitalia, ma non uscirà dall'azionariato della compagnia. Il ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio ha riferito che lo Stato cederà un pacchetto di azioni pari al 25% del capitale, mentre il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro. ha detto che «con la decisione di oggi si aprono anche le porte d'uscita per chi sta seduto sulle poltrone di Alitalia, perché ha fallito la propria missione».

La procedura sarà curata dal ministero dell'Economia e prenderà avvio tramite la pubblicazione sulla stampa di un avviso a manifestare interesse all'acquisto della partecipazione di controllo. «Il Governo - spiega la nota - ritiene che il rilancio strategico di Alitalia non possa prescindere dall'ingresso nel capitale sociale della società di nuovi soggetti industriali e finanziari e che ciò debba necessariamente avvenire attraverso un processo trasparente e non discriminatorio».

Nella selezione dei potenziali acquirenti saranno esaminati profili di interesse generale, come i livelli occupazionali garantiti, l’offerta dei servizi e la copertura del territorio, accanto ai contenuti economici delle offerte e all’analisi dei piani industriali che verranno presentati dagli interessati al rilievo della quota di controllo di Alitalia. Compito del ministero dell’Economia anche verificare la compatibilità dell’offerta con gli obiettivi di risanamento, sviluppo e rilancio dell'azienda, che l’Esecutivo ritiene imprescindibili.

La cessione completa la privatizzazione della società: il decreto del presidente del Consiglio dei ministri 3 febbraio 2005 prevedeva, infatti, nella prima fase il mantenimento in capo allo Stato di una quota di partecipazione non inferiore al 30% del capitale, fase che si è conclusa lo scorso dicembre mediante la diluizione al di sotto del 50% della partecipazione pubblica al capitale di Alitalia realizzata in occasione dell'aumento di capitale della compagnia.

Il sottosegretario alla presidenza Enrico Letta, ha spiegato a margine della conferenza stampa tenuta al termine del Consiglio dei ministri che «lo Stato non esce dal capitale», ribadendo che manterrà il controllo di una quota inferiore al 30 per cento. Nessun giallo e nessuna ripercussione sulla scelta del giorno dell'annuncio né su eventuali cambi al vertice. «Avevamo detto che entro il 31 gennaio avremmo individuato una soluzione per il futuro di Alitalia, e questa scelta rientra in questa tempistica». Quanto all'eventualità di un possibile ricambio dei vertici Letta ha tagliato corto: «Non c'entra, non ne abbiamo parlato».

Padoa-Schioppa: «Lo Stato ha fatto la scelta giusta, presto l'advisor». In serata il ministro dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, illustrando la decisione presa dal Consiglio dei ministri sulla «cessione del controllo di Alitalia con una procedura competitiva e la ricerca di alleanze internazionali strategiche con un processo trasparente e non discriminatorio», ha aggiunto che «prossimamente ci sarà la scelta dell'advisor, attraverso la pubblicazione sulla stampa».

«La Borsa ha risposto con entusiasmo e credo che sia un passo importante verso una compagnia aerea vitale che serve un mercato difficilissimo perchè policentrico», ha commentato Padoa-Schioppa, precisando di ritenere che «sia uno di quei casi in cui la proprietà, cioè lo Stato, ha fatto la scelta giusta» e ha creato «le condizioni affinché la lunghissima storia di Alitalia come società pubblica si evolva in modo più positivo per l'economia del paese». La crescita, ha concluso il ministro, «la fanno le imprese e non i Governi che, invece, possono creare la cornice giusta per la crescita attraverso la stabilità macroeconomica e la fiducia dei mercati, ma anche attraverso la gestione corretta del ruolo di azionista da parte dello Stato».

nicoletta.cottone@ilsole24ore.com