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18 dicembre 2006

Visco: «Il Governo spezzerà il circolo vizioso dell'evasione»

di Nicoletta Cottone

Il Governo spezzerà il circolo vizioso dell’evasione fiscale, parola del viceministro dell’Economia Vincenzo Visco. All'inaugurazione dell'anno di studi della scuola di Polizia tributaria della Guardia di finanza Visco ha sottolineato che il contrasto all’evasione e all’elusione fiscale è una delle priorità dell’azione di Governo. «Occorre ripristinare - dice Visco - i circoli virtuosi sia a livello economico sia a livello sociale, in maniera che i contribuenti onesti, gli italiani che pagano le imposte, non si sentano discriminati per essere tali e siano invece rassicurati sul fatto che tutti equamente pagano quanto dovuto». Solo così, spiega Visco, sarà possibile giungere a una riduzione sostanziale del prelievo fiscale.
L’evasione in Italia, ha spiegato Visco, è un fenomeno ampiamente diffuso: il valore aggiunto dell’economia sommersa è compreso fra il 16,6 e il 17,7% dell’intero prodotto interno lordo, tanto che solo che nel 2004 il valore aggiunto non dichiarato ammontava a circa 230-250 miliardi. Di questo un terzo deriva dall’utilizzo di lavoro non regolare, il resto da sottodichiarazione del fatturato. Dopo un calo dell’evasione media registrata fra il 1998 e il 2000, dice Visco, c’è stata una preoccupante inversione di tendenza con una crescita del sommerso pari a mezzo punto percentuale del Pil tra il 2002 e il 2004. «Per dare un’idea delle grandezze coinvolte in termini di gettito - dice Visco - stiamo parlando di circa 7 punti percentuali di Pil di mancate entrate per l’erario e di circa 17-18% del totale delle entrate, inclusi i contributi».
L’evasione non è uniformemente distribuita a livello settoriale o territoriale, ci sono situazioni virtuose che convivono con settori economici e province con tassi di irregolarità che superano il 50% e a volte l’entità dell’evasione è superiore alla base imponibile dichiarata.
Qualche dato settoriale: considerando l’incidenza del sommerso in percentuale del prodotto, in agricoltura si evade circa il 21% del valore aggiunto, nel terziario circa il 22%, nell’industria l’11 per cento. Si ha, invece, un quadro diverso se si considera il peso di ciascun settore nell’economia: da questa analisi emerge che l’80% del valore aggiunto sommerso è generato dal terziario (198 miliardi di euro sul totale di 250), con industria e agricoltura che registrano un limitato ricorso al sommerso. Dunque l’80% del sommerso è generato dal settore dei servizi, in particolare i servizi alle imprese e alle famiglie, seguiti dal commercio, in particolare quello al dettaglio.
L’utilizzo di lavoro irregolare è concentrato nel Mezzogiorno (23% nel 2003, contro il 13% nazionale). In valori assoluti, però, questa differenza tende a sparire, tanto che il sommerso di Campania e Lombardia si equivalgono, esattamente come quello di Napoli e Torino. Nello stesso tempo si registrano province del Nord in cui l’evasione supera la base imponibile dichiarata.
Da uno studio del 1998 della Commissione europea emerge che l’Italia ha un sommerso pari al doppio di Paesi come Francia, Germania e Regno Unito e fino a quattro volte superiore rispetto a Olanda, Austria e Irlanda. Studi più recenti (2004) confermano il significativo divario del sommerso in Italia rispetto ad altri Paesi europei come Francia, Germania e Regno Unito e, più in generale, rispetto alla media dei Paesi dell’Ocse (qui il sommerso italiano è del 60% più elevato).
Visco ha sottolineato come l’aspettativa di un condono aumenti l’inclinazione dei contribuenti a evadere il Fisco, tanto che secondo il viceministro la caduta del gettito degli anni passati è legata proprio ai condoni. Per combattere l’evasione si punta, dunque, a chiudere la stagione dei condoni, a migliorare la legislazione fiscale per evitare margini di manovra agli evasori, a migliorare la raccolta e l’informazione, ad aumentare la probabilità di sottoporre a controllo gli evasori. «Il primo segnale forte che abbiamo dato ai contribuenti - sottolinea Visco - è che non ci saranno più condoni». E i primi effetti del messaggio, secondo il viceministro, sono già evidenti nell’andamento del gettito erariale. Fra le altre misure l’introduzione del reverse charge in edilizia. Provvedimenti simili anche per i settori della telefonia e dell’informatica. Un ulteriore intervento ha frenato le frodi relative all’importazione parallela di autoveicoli che generava una sostanziale evasione dell’Iva. Accanto a questi provvedimenti misure per la tracciabilità dei compensi delle transazioni finanziarie per alcune categorie considerate a rischio di evasione. Prevista anche la riorganizzazione dell’anagrafe tributaria, affiancata da una strategia antievasione che punta a una forte azione di controllo e di accertamento svolta dalla Guardia di finanza in coordinamento con l’Agenzia delle entrate. Da rivedere anche la strategia di accertamento sottostante gli studi di settore. «La Guardia di Finanza - dice Visco - dovrà riorganizzarsi per un continuo e tempestivo monitoraggio nella strategia antievasione».

Invia una emailnicoletta.cottone@ilsole24ore.com



 

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