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21 febbraio 2007

Irpef locale poco flessibile

di Valentina Melis e Gianni Trovati


La flessibilità fatica a farsi strada nelladisciplina delle addizionali comunali all'Irpef. Gli elementi che permettono di correggere i problemi legati alle imposte locali (conto pari per single e contribuenti con carichi familiari e, a parità di aliquote,rincari rispetto all'anno scorso maggiori per i redditi più bassi) sono pochi, e laprassi sembra restringerli ulteriormente.
Insieme alle nuove aliquote, la Finanziaria 2007 (comma 142 della legge 296/06) consente alle amministrazioni locali di introdurre «una soglia di esenzione in ragione del possesso di specifici requisiti reddituali ».In pratica, come sottolineato anche dalla nota AnciIfel di illustrazione delle misure fiscali per i Comuni, la delibera può stabilire una soglia di reddito sotto la quale l'addizionale Irpef non si paga.
Tra i 1.096 enti che hanno varato le aliquote 2007 in tempo per calcolare anche l'acconto sui nuovi parametri (si veda «Il Sole24 Ore» di ieri), però, l'opportunità offerta dalla Finanziaria non ha avuto grande seguito. A decidere di azzerare l'imposta per i redditi più bassi sono stati 139 Comuni e una buona fetta di questi (34, cioè il 24,4%) ha posto l'asticella sotto quota 7.500 euro (per alcuni profili di contribuenti, soprattutto se con familiari a carico, questa soglia rientra nell'area che esclude il prelievo, che automaticamente cancella anche l'Irpef locale). Sono 73 i Comuni che hanno fissato la fascia di esenzione tra 7.500 e 10mila euro, mentre in 32 hanno fatto superare al bonus la soglia dei 10mila. Sei municipi hanno fatto arrivare la "zona franca" sopra i 15mila euro: tra questi il record va a Bolognola (Macerata) dove l'Irpef comunale non si paga sotto i 28mila euro di reddito. Tra i capoluoghi di Provincia,solo Bologna ha imboccato la strada dell'esenzione, "graziando" i redditi sotto 12mila euro (ma va ricordato che nel capoluogo emiliano sono aumentate addizionale comunale e regionale). Nel gruppo dei Comuni che sono arrivati per primi alla scelta sul Fisco locale 2007 e che, di conseguenza, sono stati inseriti negli elenchi ufficiali per il calcolo dell'acconto, c'è chi non ha rinunciato a rendere la propria manovra fiscale più "raffinata", andando oltre la fascia di esenzione secca per mettere in campo scaglioni di aliquote progressive. Si tratta di Stazzema,in provincia di Lucca ( esenzione finoa 16mila euro e tre aliquote per i redditi superiori), e Mirandola, in provincia di Modena (che ha riprodotto in scala locale gli scaglioni previsti per l'addizionale regionale dell'EmiliaRomagna). L'importanza del loro caso va oltre le dimensioni dei due enti, perché questa scelta potrebbe "fare scuola" anche per i molti Comuni che non hanno ancora ultimato le manovre fiscali per il 2007 (il termine scade il 31 marzo). «Dal ministero — sottolinea Luca Canessa, direttore generale del Comune di Stazzema — hanno cercato di indurci a un ripensamento, e ci hanno anche scritto per dirci che la nostra scelta era illegittima. Alla fine ci hanno pubblicato la delibera, indicando però solo l'aliquota massima ». Per sostenere la propria decisione,il Comune toscano ha anche fatto ricorso a un parere legale, che ha richiamato la sentenza 2/ 2006 della Corte costituzionale, con la quale è riconosciuta la piena legittimità delle aliquote progressive nell'addizionale introdotte dalle Regioni.
Un'ipotesi che rischia di intricare ulteriormente i calcoli già complessi a cui sono chiamati i sostituti d'imposta, ma che permetterà di modulare le addizionali in modo più articolato.
Sulla stessa linea il sindaco di Mirandola,Luigi Costi:«Riteniamo — spiega — che la Finanziaria 2007 non escluda la possibilità di introdurre aliquote differenziate per fasce di reddito e quindi abbiamo ricalcatoesattamente gli scaglioni previsti per l'addizionale dalla Regione Emilia Romagna.Attendiamo una risposta dal ministero dell'Economia, ma ci sembrerebbe un'incongruenza ammettere un regime per la Regione e precluderlo ai Comuni».
Su questi casi si attende una parola definitiva, che potrebbe indirizzare le politiche degli enti locali che non hanno ancora varato la manovra sulle aliquote 2007. Altrimenti, alle amministrazioni resteranno solo strumenti "indiretti", come utilizzare il maggior gettito fiscale delle addizionali per mettere in campo agevolazioni sulle tariffe per particolari tipologie di contribuenti. Una scelta compiuta ad esempio da Roma (si veda«Il Sole 24 Ore» del 14 febbraio) che userà l'extragettito per politiche sociali su casa e tariffe.



 

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