È stato definito ieri l'ultimo tassello necessario ad avviare il risarcimento diretto nella Rc auto: i costi medi in base ai quali le compagnie che hanno indennizzato i propri assicurati-danneggiati saranno rimborsate dalla stanza di compensazione che regola i rapporti debiti-crediti tra le assicurazioni. Un tassello molto importante: dal livello di costo fissato dipenderà l'efficienza della nuova procedura, nata per tagliare gli oneri di liquidazione e quindi contenere il caro-tariffe per i clienti. In effetti, i valori fissati ieri appaiono contenuti: 2.000 euro in media, per i soli danni a cose e 3.250 per le lesioni a persone, mentre le statistiche sul costo medio dei sinistri indicano 3.600 euro. Sembra quindi che siano state recepite le preoccupazioni espresse dagli addetti ai lavori nei mesi scorsi: un costo di rimborso elevato avrebbe potuto spingere le compagnie a largheggiare ingiustificatamente nei risarcimenti (la questione sarà approfondita sul Sole-24 Ore del Lunedì del 29 gennaio).
Il risarcimento diretto - sistema nel quale il danneggiato sarà pagato direttamente dalla propria compagnia, nei sinistri tra due veicoli con danni alle sole cose ed eventuali lesioni lievi a persone - potrà così cominciare a essere applicato agli incidenti che si verificheranno a partire da giovedì prossimo, 1° febbraio, come prevede il Dpr 254/2006 (attuativo degli articoli 149 e 150 del Codice delle assicurazioni, che nel settembre 2005 istituirono il risarcimento). L'articolo 13 del Dpr, nello stabilire che i rimborsi alle compagnie avvengano non in base a quanto esse hanno effettivamente corrisposto al danneggiato, ma con cifre prefissate, ha istituito un comitato tecnico incaricato di determinare annualmente queste cifre. Il comitato è composto da sei membri: un rappresentante del ministero dello Sviluppo economico, uno dell'Isvap, uno dell'Ania, due delle associazioni dei consumatori e un esperto in scienze statistiche e attuariali.
Lo stesso articolo 13 prevede la possibilità che i costi medi per i danni a cose siano fissati in modo variabile per macroaree (non più di tre), per rispecchiare le diverse realtà del Paese. E in effetti il comitato si è avvalso di questa possibilità: il valore di 2.000 euro è riferito alla macroarea mediana, mentre per quella riconosciuta più "costosa" si arriva a 2.300 euro e per quella più "economica" si scende a 1.800 euro. I gruppi di province sono composti in modo variegato: ciascuna è stata collocata in una macroarea in base ai costi di risarcimento riscontrati statisticamente. Ne è scaturito che in una stessa regione ci sono zone dove gli oneri sono nella fascia massima e zone dove invece sono minimi. Colpisce la netta prevalenza del Sud nella fascia dove i costi sono più alti. Per i danni alle persone, il comitato si è avvalso della facoltà - prevista sempre dall'articolo 13 - di imporre una franchigia entro la quale la compagnia che liquida il risarcimento non riceve rimborso e l'ha fissata in 500 euro. Ha stabilito inoltre una franchigia proporzionale: il 10% del danno alle persone resta a carico della compagnia, fino a un massimo di 20mila euro.
