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Sì definitivo del Senato al decreto contro la violenza negli stadi

di Nicoletta Cottone

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3 aprile 2007

Via libera definitivo al decreto legge contro la violenza negli stadi, con 244 voti a favore, 20 astenuti e un voto contrario. Il sostegno bipartisan, a parte l'astensione della Lega, è stato frutto di un’intesa fra maggioranza e opposizione per dare disco verde al decreto legge, sia pur nella versione non gradita licenziata dalla Camera. La mediazione, per non far decadere il decreto che scadeva il 9 aprile, prevede accanto al sì al decreto legge, anche un rapido via libera a un disegno di legge correttivo, già depositato e assegnato alle commissioni riunite Affari costituzionali e Giustizia di Palazzo Madama, che licenzieranno rapidamente il testo in sede deliberante. L'esame del nuovo provvedimento inizierà già domani. Verranno così modificati i punti del provvedimento non graditi ai senatori. Il relatore Giuseppe Di Lello (Prc), magistrato, ha sottolineato come abbiano destato perplessità alcune modifiche introdotte alla Camera. Di Lello ha ricordato l’emendamento Matarrese sull’obbligo inizialmente previsto per le società calcistiche di provvedere alle necessarie modifiche strutturali degli stadi ai fini della sicurezza e l’aggravante introdotta dalla Camera in caso di aggressione a pubblici ufficiali al posto dell'inasprimento della pena prevista dal Senato in caso di lesioni gravissime a pubblico ufficiale.
Il sì al testo del disegno di legge correttivo è stato firmato da tutti i capigruppo in commissioni. «Una mediazione per non far decadere il decreto - sottolinea Altero Matteoli, capogruppo di An al Senato - che però ci costa molto». Secondo il ministro per le Politiche giovanili e per lo Sport Giovanna Meandri, ha prevalso il senso di responsabilità. «Prevale il senso di responsabilità - dice la Melandri - l’intelligenza, di fronte a un decreto che doveva essere convertito per dare una risposta condivisa di fermezza nel contrasto alla violenza e di determinazione nel rendere sicuri gli stadi italiani». Il ministro ha sottolineato come molti di quei dispositivi di sicurezza necessari per rendere sicuri gli stadi sono già stati introdotti da parte delle società. «Semmai fa riflettere - dice la Melandri - che fosse necessario che il Governo dicesse basta proroghe per far scaturire un meccanismo di adeguamento degli stadi che purtroppo invece per molti anni non c’è stato».
Soddisfatto il neo presidente della Figc Giancarlo Abete. «Desideriamo esprimere a tutti i gruppi parlamentari - dice Abete - la nostra più viva gratitudine, ribadendo in
questa circostanza che la Figc farà fino in fondo la sua parte per contrastare ogni forma di violenza e di razzismo dentro e fuori gli stadi; ma anche per portare avanti le riforme necessarie a recuperare credibilità e fiducia nel sistema, con un occhio particolare a quei processi educativi indispensabili perché il calcio sappia coniugare valori sportivi e interessi economici e proporre, soprattutto ai giovani, modelli etici e comportamentali». Ecco le principali novità introdotte dal provvedimento.

Biglietti. Divieto per le società di vendere direttamente o indirettamente biglietti in blocco alle società ospitate. Il singolo tifoso potrà acquistare al massimo 4 tagliandi.

Daspo. Aumenta il Daspo, la diffida ad assistere a eventi sportivi. Il provvedimento sarà applicabile anche ai minorenni e andrà da 1 a 5 anni se firmato dal questore (prima il massimo era di 3 anni), da 2 a 8 anni se emesso dal giudice (il minimo era 3 mesi).

Flagranza differita. La norma che prevede l’aumento fino a 48 ore della flagranza di reato viene prorogata al 30 giugno 2010.

Giovani allo stadio. Con lo scopo di far tornale le famiglie allo stadio previsto che le società sportive rilascino biglietti gratuiti nominativi a minori di 14 anni accompagnati da un genitore o da un parente fino al quarto grado, nella misura di un giovane per ogni adulto. Questo per almeno la metà delle manifestazioni sportive previste nell’arco di un anno. L’adulto dovrà vigilare sul minore per tutta la durata dell’incontro.

Pubblico. Tra le modifiche apportate al decreto, una è solo lessicale: non si parla più di partite a «porte chiuse», ma di incontri giocati «in assenza di pubblico».

Stadi. La messa a norma degli stadi, spese comprese, sarà a carico delle società. La graduale messa a norma degli impianti consentirà la riapertura di quelli che, a seguito della sospensione delle deroghe al Dl Pisanu, tengono partite a porte chiuse o con i soli abbonati sugli spalti. Il tetto massimo di capienza oltre il quale gli stadi devono adeguarsi alle norme previste dal decreto Pisanu scende da 10 mila a 7500 persone.

Striscioni. Riformulato l'articolo 2 bis che prevedeva un giro di vite sugli striscioni. Vietati quelli che incitano alla violenza o contengono insulti o minacce. La violazione del divieto è punita con arresto da 3 mesi a un anno.

Tifo violento. Rispetto al testo originale diminuzione delle pene previste per chi provoca lesioni gravi o gravissime ad agenti in servizio durante manifestazioni sportive (erano state aumentate della metà, aumentano invece solo di un terzo, da 4 a 10 anni e da 8 a 16 anni).


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