Ma quanto sono precisi e attendibili i navigatori satellitari che "avvisano" della presenza degli autovelox? Il Sole-24 Ore del Lunedì ha testato la precisione di questi sistemi, partendo da Milano alla volta di Santa Luce, comune nel pisano che grazie a un autovelox nel 2005 ha incassato ben 1,8 milioni di euro di multe.
Partenza da piazza VI Febbraio, accanto alla "vecchia" Fiera di Milano. Sul cruscotto due navigatori: un TomTom One 710 con il servizio Plus Autovelox e un computer palmare con le mappe TomTom e i "punti d'interesse" scaricati da internet. Si tratta delle segnalazioni degli autovelox fissi e mobili, dei tratti autostradali sorvegliati dal Tutor, dei semafori con dispositivo di ripresa delle infrazioni, i sorpassometri, le zone a traffico limitato e le corsie preferenziali in città.
Alla prova dei fatti, entrambe le soluzioni si sono rivelate infallibili nel segnalare le postazioni fisse. Molto probabilmente il palmare permette di superare indenni le "forche caudine" del Tutor. Per gli autovelox mobili però si incappa in una serie di falsi allarmi (87 nel viaggio Milano-Santa Luce-Milano) che, se inducono a sollevare il piede dall'acceleratore possono distrarre dalla guida, perché con lo sguardo si va alla ricerca dell'odiata macchinetta. E nessun apparecchio aiuta a sfuggire al Provida, l'autovelox montato a bordo di una vettura della Polizia stradale.
Nel traffico milanese il palmare avvisa della presenza delle telecamere che controllano le corsie preferenziali. Lungo la tangenziale Ovest ecco il primo impianto fisso segnalato da entrambi i navigatori: è in direzione del raccordo autostradale A1. In questo momento è "disoccupato", perché si procede a passo d'uomo.
All'ingresso dalle A1 il traffico è fluido: la corsia di destra è a uso esclusivo dei veicoli merci che ogni tanto si superano tra loro, con punte di 110-120 km/h, mentre il loro limite è di 80-100 km/h. La prima pattuglia della Stradale viene incrociata all'Autogrill di Somaglia Ovest. Una quarantina di chilometri dopo e una lunga serie di falsi allarmi che scattavano in prossimità delle piazzole di sosta, stazioni di servizio e nei pressi di un autogrill, evidentemente luoghi dove è stata segnalata la presenza di una postazione mobile, ecco l'autovelox fisso di Fiorenzuola, segnalato dai due navigatori.
Anche sull'autostrada della Cisa, dove incontriamo un'altra auto della Stradale, il palmare segnala molte possibili aree "ideali" per piazzare un autovelox mobile. Tutti si rivelano falsi allarmi. Il traffico è scarso e si procede senza problemi, nonostante diversi rallentamenti e salti di corsia per i lavori in corso. Lungo la A12 Genova-Roma in prossimità del km 99 nella corsia opposta un tir si è rovesciato bloccando il traffico. La stradale ci supera a sirene spiegate, mentre un mezzo della Salt cerca di farsi largo tra i veicoli incolonnati. A Livorno percorriamo un breve tratto di Aurelia, con una decina di falsi allarmi, puntando in direzione della statale 206, verso Santa Luce.
Nel comune di Collesalvetti i cartelli avvisano che c'è una «postazione fissa per il controllo della velocità». Quando il TomTom segnala che mancano 45 metri alla postazione ecco uno spazio dove parcheggiare. Una volta a piedi si cerca l'autovelox scrutando ai margini della statale. Eccolo: la vegetazione lo rende quasi invisibile salvo per il nastro bianco-rosso che segnala il profilo sporgente. In quel tratto, percorso soprattutto da automobilisti della zona che ormai ben conoscono l'insidia, tutti vanno piano.
Arriviamo a Santa Luce, comune record delle multe per eccesso di velocità. La postazione è ben visibile, perché è lungo un rettilineo, il limite è di 70 km/h, ed è ben riconoscibile per il palo che sostiene il pannello solare che l'alimenta. Il box dell'impianto porta i segni di vari tentativi di manomissione e la zona è videosorvegliata.
Al ritorno, sempre sulla 206, ecco un altro autovelox fisso. In autostrada verso Milano i due navigatori fanno il loro dovere: si incappa in quelli che sembrano essere falsi allarmi, salvo per gli impianti fissi.
Ma saremo riusciti a evitare le multe, muniti com'eravamo di tutta la tecnologia necessaria? Lo sapremo solo tra qualche mese.