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Padoa-Schioppa: «Ridurre progressivamente le aliquote fiscali»

di Nicoletta Cottone

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8 giugno 2007

Ridurre progressivamente le aliquote. Lo scrive il ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa nella circolare della Ragioneria generale dello Stato con le indicazioni per la predisposizione del bilancio 2008. Settantuno pagine per illustrare che la predisposizione del disegno di legge di bilancio per il 2008 e per il triennio 2008-2010 si colloca in un contesto di consolidamento dei conti pubblici, ma che non si deve abbandonare il sentiero del rigore.

Quattro i pilastri sui quali si basa il percorso pluriennale del Governo: ripresa del processo di riforma dello Stato, analisi e valutazione della spesa pubblica, riforma della Pubblica amministrazione attraverso l'applicazione del memorandum d'intesa sottoscritto con le parti sociali, ristrutturazione delle amministrazioni centrali prevista dalla Finanziaria per il 2007. Profondamente innovata la struttura: il progetto di bilancio è organizzato in 34 grandi missioni, che rappresentano gli obiettivi strategici perseguiti con la spesa pubblica e 169 programmi. La costruzione dello schema di distribuzione delle risorse per i singoli ministeri parte proprio dalle missioni e dai programmi, per saldarsi nei centri di responsabilità. Previsto un intervento per abbassare progressivamente le aliquote fiscali.

«La pressione fiscale ha raggiunto livelli elevati: nel 2006 essa è stata pari al 42,3% e, secondo le previsioni dovrebbe raggiungere il 42,8 per cento nell'anno in corso. A fronte dei risultati dell'azione di contrasto all'evasione, sarà necessario ridurre progressivamente le aliquote legali di prelievo». Il livello «di spesa pubblica primaria (al netto degli interessi) è spinto verso l'alto a causa delle tendenze demografiche di lungo periodo, che porteranno ad aumentare la domanda di welfare (assistenza, previdenza, sanità), nonchè dalle rigidità dei meccanismi che determinano aumenti inerziali della spesa pubblica». La composizione della spesa pubblica, inoltre non è adeguata alla necessità di favorire i processi di crescita economica. «Le poche evidenze disponibili dal punto di vista macro e comparativo mostrano come la qualità della spesa pubblica italiana sia agli ultimi posti in Europa».

La nuova classificazione del bilancio «comporta un radicale mutamento di prospettiva per le amministrazioni di spesa». Con il Dpef il Tesoro fornirà un «atto di indirizzo» che impegnerà le amministrazionI a definire le priorità e gli obiettivi da conseguire: su questa base andrà poi effettuata la «spending review», cioè la revisione delle poste di spesa. Si spende ancora troppo, mentre si dovrebbe spendere meglio: l'indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni è passato dal 4,2% del 2005 al 4,4% del 2006. Il rapporto debito/Pil è aumentato per il secondo anno consecutivo, passando da 106,2 del 2005 a 106,8, a seguito degli effetti dei rimborsi Iva sulle auto aziendali e la cancellazione dei crediti nei confronti della società Tav.

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