Un pacchetto di misure in bilico. Ammortamento dei fabbricati, studi di settore, elenco clienti fornitori, proroga di termini accatastamento dei fabbricati ex rurali per proprietari residenti all'estero. E poi gli interventi "pesanti" di cuneo fiscale e deducibilità delle auto e rimborsi Iva per le vetture. Per tutte queste misure è aperta una doppia opzione: da un lato un doppio emendamento alla Camera al disegno di legge di conversione del Dl 81 del 2007 oppure un maxiemendamento al disegno di legge AS 1485 in discussione al Senato sul quale il Governo intenderebbe porre la fiducia.
Entrambe le opzioni ieri venivano date per possibili, ma la decisione definitiva dovrebbe essere adottata solo lunedì prossimo. Non è da escludere che, se le disposizioni venissero inserite nel Dl 81, si faccia comunque ricorso alla fiducia per portare rapidamente in approvazione il Dl sull'extragettito. La via del doppio emendamento alla Camera svuoterebbe praticamente il Ddl omnibus, al quale a quel punto resterebbe ben poco ormai da fare. Il vero ostacolo per gli emendamenti alla Camera potrebbe essere rappresentato però dall'impossibilità tecnica di innestare tutte le materie in discussione nel Dl 81, visto che alla Camera le regole sull'ammissibilità degli emendamenti sono molto rigide.
In ogni caso, sia nel caso dell'emendamento al Senato sia di quello alla Camera, il testo del Governo correggerà il voto dell'aula di Palazzo Madama sull'ammortamento dei fabbricati. L'emendamento dell'opposizione martedì cancellava infatti tout court la stretta operata dalla manovra Visco-Bersani sulla deducibilità delle aree su cui insistono gli immobili strumentali delle imprese.
Il testo dell'Esecutivo riproporrà l'originario testo del Ddl 1485, che prevedeva la possibilità di riferire le quote di ammortamento dedotte negli anni precedenti in misura proporzionale al fabbricato e all'area. La cancellazione della norma del 2006 invece comporta una perdita stimata in 1,8 miliardi di euro per il solo 2007 e quindi rispetto al voto del Senato di martedì sarà messa in atto comunque una retromarcia.
Sugli studi di settore, la misura completerà il pacchetto di misure volte a dare attuazione all'accordo del vice ministro dell'Economia, Vincenzo Visco, con le categorie che avevano sottoscritto l'accordo del dicembre 2006. Il Dm firmato lo scorso 4 luglio (si veda per il testo «Il Sole-24 Ore» di ieri) ha infatti riconosciuto la possibilità di adeguarsi al minimo dell'intervallo ottenuto dall'applicazione di Gerico indicatori inclusi. Ieri il presidente di Confartigianato GiorgioGuerrini ha commentato il decreto del 4 luglio dicendo: « Gli studi di settore, così, iniziano a diventare un po' più "normali"».
La circolare delle Entrate 41/E (si veda l'articolo qui accanto), interviene sull'indicatore valore per addetto. Il testo normativo atteso invece — quale che sia il provvedimento che lo veicolerà — servirà ad attenuare il valore probatorio degli indicatori di normalità.