La crescita del Pil in Italia sarà dell'1,8% nel 2007 e dell'1,4% nel 2008. Sono le nuove stime di crescita del Pil dell'Isae, illustrate dal presidente Alberto Majocchi nel corso dell'audizione al Senato sulla Finanziaria. Le ultime stime del Governo, invece, sono di una crescita dell'1,9% nel 2007 e dell'1,5% nel 2008. Il rapporto deficit/Pil nel 2007 si attesterà al 2,4%, mentre nel 2008 sarà del 2,2 per cento, in linea con le previsioni del Governo. Le stime precedenti dell'Isae era del 2,5% nel 2007 e del 2,2% nel 2008. Il rapporto tra debito e Pil scenderà al 104,9% nel 2007, dal 106,8% segnato nel 2006, e al 103,6% nel 2008. Il Governo prevede 105% quest'anno e 103,5% nel 2008.
«Gli interventi programmati - ha detto Majocchi - dovrebbero consentire la prosecuzione nella riduzione del deficit rispetto all'anno precedente, pur implicando un innalzamento degli andamenti tendenziali degli aggregati di finanza pubblica. Per quanto riguarda la composizione degli interventi, e quindi l'aspetto qualitativo della manovra, si può sottolineare che i provvedimenti predisposti, da un lato, dovrebbero stabilizzare la pressione fiscale al livello del 2007 e, dall'altro, dovrebbero implicare oltre a un lievissimo aumento dell'incidenza delle spese correnti anche una riduzione di quella relativa alle uscite in conto capitale, che tuttavia risulta aumentata nel 2007 dagli incrementi di spesa una tantum disposti con il decreto legge appena presentato. Questi aspetti riflettono la volontà del Governo di realizzare le cosiddette spese eventuali indicate nel Dpef, spalmandole su due anni e, quindi, anticipandole in parte al 2007 tramite il decreto legge» che accompagna la Finanziaria. Risultano distribuiti sul 2007 e sul 2008 oltre 18 miliardi degli oltre 21 riportati nel Dpef.
L'Isae «prevede un secondo semestre 2007 e un inizio 2008 meno tonici rispetto a quanto si ipotizzava in luglio; gli effetti del minore dinamismo sarebbero marginali sui risultati medi dell'anno in corso; essi si manifesterebbero con maggiore intensità nel 2008. In particolare, il Pil dovrebbe aumentare quest'anno dell'1,8% nei dati al netto dell'effetto delle giornate lavorative (un decimo in meno rispetto alla stima di luglio), con una marginale riduzione del divario di sviluppo rispetto all'area euro (attesa espandersi del 2,6%) da nove a otto decimi di punto. Non correggendo per il calendario (il 2007 si caratterizza per tre giorni di lavoro in più rispetto al 2006), l'incremento del Pil italiano quest'anno sarebbe dell'1,9%, come nel 2006».
Per Majocchi «l'evoluzione dell'attività economica stimata per l'anno in corso consegnerebbe al 2008 un trascinamento nell'ordine di circa 5 decimi di punto, pari quindi a un terzo di quello molto consistente di cui ha beneficiato il 2007. Sulla base del dato acquisito congiunturale, in un contesto internazionale ancora positivo seppure in rallentamento, l'incremento in media d'anno del Pil si attesterebbe all'1,4% (tanto al netto che al lordo dell'effetto calendario, avendo il prossimo anno lo stesso numero di giorni lavorativi del 2007). La revisione al ribasso rispetto alla previsione Isae di luglio risulta di quattro decimi di punto, pari a quella operata per l'area euro. La distanza nei confronti della dinamica produttiva dei partner europei (+2%) si porterebbe a sei decimi di punto».