ILSOLE24ORE.COM > Notizie Norme e Tributi ARCHIVIO

Carico fiscale ridotto per chi si capitalizza

di Luca Paolazzi*

commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
Martedí 30 Ottobre 2007

di Luca Paolazzi* C hi guadagna? Chi perde? A quasi un mese dal varo della Finanziaria, il dibattito sui veri benefici della manovra fiscale sulla tassazione del reddito di impresa non si è affatto spento. I dubbi ruotano attorno al "saldo" tra il sicuro beneficio della riduzione delle aliquote Ires e Irap e i potenziali svantaggi dell'allargamento della base imponibile necessario a finanziarlo. E mentre i primi valgono per tutte le imprese, i secondi possono agire di più su alcune di esse.
A questi dubbi ha dato voce anche Nicola Rossi, nell'articolo «Quell'antica distrazione verso le piccole imprese» pubblicato sul Corriere della Sera del 24 ottobre. Le analisi di Rossi sono sempre interessanti perché uniscono acutezza e chiarezza e anche in questo coglie un aspetto "nascosto" e solleva un punto importante della Finanziaria 2008 e del suo impatto sui conti delle aziende: l'esistenza di un'implicita redistribuzione del carico fiscale tra imprese e settori. Questo avviene perché la riduzione delle aliquote Ires e Irap è a saldo zero, attraverso appunto l'allargamento della base imponibile, e le risorse vengono reperite in quei bilanci dove le voci che compongono l'allargamento sono più presenti.
La redistribuzione del carico fiscale non va nella direzione però sospettata da Rossi, cioè a sfavore delle piccole imprese e a danno del Sud. I dati elaborati da Gianna Bargagli del Centro studi Confindustria, infatti, dicono che nella media del settore manifatturiero il rapporto tra oneri finanziari e Mol è del 19,1% per le aziende con meno di 10 milioni di fatturato, del 15,4% per quelle con fatturato tra i 10 e i 50 milioni e del 13,7% per quelle con fatturato oltre i 50 milioni. Sono percentuali molto simili che non indicano una particolare vulnerabilità delle piccole. Ciò è vero anche quando si disaggregano i dati per i singoli comparti, con un'unica criticità, nell'abbigliamento per le imprese con meno di 10 milioni di fatturato (30,2%, cioè appena oltre la soglia).
Questo non significa che nessuna azienda stia oltre il tetto del 30% di deducibilità degli interessi. Infatti, se guardiamo al numero delle imprese che superano la soglia, queste in media sono il 27,3%, ma l'incidenza per le piccole (27,4%) non è molto più alta di quella delle imprese maggiori (20,6%). E tale incidenza al Sud è addirittura minore (26% tra le piccole e 26% per il totale), contrariamente a quello che sostiene Rossi. Tuttavia, in generale è vero che l'indeducibilità degli interessi non è una novità, esistendo già oltre una certa soglia, mentre è nuova la possibilità di riportare in deduzione negli esercizi successivi la quota eccedente il 30%, come ha ricordato il viceministro Vincenzo Visco sul Sole-24 Ore di sabato.
Inoltre, ci sono altre norme che vanno in direzione di alleviare il carico per le piccole imprese e aumentarlo per le grandi: per le prime è stata finalmente riconosciuta la deducibilità delle spese di rappresentanza, che si aggiunge ai vantaggi della semplificazione (gli oneri burocratici hanno da sempre un maggior peso sui bilanci delle aziende di minori dimensioni). Viceversa, le grandi società sono penalizzate con i nuovi regimi sia per l'Iva di gruppo sia per la non deducibilità dei dividendi infragruppo. Per il Sud, infine, viene mantenuto il vantaggio in termini di maggior taglio del cuneo fiscale varato con la passata Finanziaria e vengono stanziati nuovi fondi per le aree sottoutilizzate.
Se un metodo si vuol trovare nella nuova ripartizione del carico fiscale, questo va proprio nella direzione auspicata da Rossi: il limite alla deducibilità degli interessi spinge le imprese a capitalizzarsi, essendo un disincentivo a un rapporto elevato tra debito e mezzi propri. Una strada lungo la quale le stesse imprese si sono incamminate, come rileva lo stesso Rossi, per rafforzarsi finanziariamente anche in vista dei nuovi rapporti con le banche dettati da Basilea2.
* direttore Centro studi Confindustria

RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio
L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER
Effettua il login o avvia la registrazione.


 
   
 
 
 

-UltimiSezione-

-
-
22 maggio 2010
21 maggio 2010
21 maggio 2010
20 maggio 2010
20 aprile 2010
 
Gli esperti del ministero rispondono a tutti i dubbi sugli incentivi
La liquidazione: rimborsi e debiti
I redditi da dichiarare
La salute e gli altri sconti
La famiglia e la casa
 
 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-