Andamento lento a Montecitorio per il disegno di legge che recepisce il protocollo welfare. Trasmesso ufficialmente da Palazzo Chigi il 23 ottobre, «richiamato» dai tecnici del ministero del Lavoro per ritocchi, è sbarcato oggi alla Camera, dove il provvedimento in 32 articoli dovrebbe essere esaminato. Il provvedimento, che dovrebbe iniziare il suo iter parlamentare mercoledì, ha da giorni un numero assegnato, C 3178 e l'epigrafe: "Norme di attuazione del Protocollo del 23 luglio 2007 su previdenza, lavoro e competitività per favorire l'equità e la crescita sostenibili, nonché ulteriori norme in materia di lavoro e previdenza sociale". Provvedimento di iniziativa governativa, presentato il 23 ottobre 2007. Stato dell'iter: da assegnare. Sarà assegnato, comunque, domani all'undicesima commissione, che si occupa di lavoro e previdenza. La commissione Bilancio è invece chiamata a dare il parere sulla copertura.
Dopo un iter travagliato in Consiglio dei ministri alla ricerca di un difficile equilibrio fra parti sociale e le varie componenti della maggioranza, una riscrittura delle norme di recepimento che non collimavano con il testo del protocollo siglato il 23 luglio, un nuovo via libera al Consiglio dei ministri del 17 ottobre, il provvedimento che recepisce l'accordo sul Welfare, ha subito ulteriori «rifiniture» da parte dei tecnici del Welfare. Tanto che solo oggi è giunto il «visto, si stampi»
Sul testo, comunque, è già dichiarata una battaglia a colpi di emendamenti. Si annunciano ritocchi sui lavori usuranti, ma si parla anche di modifiche sull'armonizzazione delle aliquote contributive dei precari e sull'abrogazione di alcune forme di lavoro atipico. I giuslavoristi di Rifondazione comunista, per esempio, puntano a ridurre le tipologie d'impiego utilizzate dall'azienda con il singolo lavoratore. Il ministro per la Solidarietà sociale Paolo Ferrero (Prc) ha annunciato che il Parlamento deve modificare la parte che riguarda la precarietà, perché la clausola introdotta è peggiorativa. La volontà del Governo, comunque, condivisa dalle parti sociali, è quella di far approvare il provvedimento entro la fine dell'anno.
Per ora, però, l'andamento è lento: l'avvio dell'esame del testo è slittato a mercoledì 31 ottobre. Il provvedimento dovrebbe sbarcare in aula il 26 novembre, ricevere il placet ed essere inviato al Senato. Il presidente della commissione Lavoro della Camera Gianni Pagliarini (Pdci) pensa di convocare per le audizioni tutti i soggetti interessati dal Protocollo, compreso chi non lo ha sottoscritto. E' anche ventilato un inserimento del disegno di legge sul welfare in Finanziaria, con un maxi emendamento alla Camera.
Intanto da un convegno a Teramo sulla Finanziaria per il 2008 il ministro del Lavoro Cesare Damiano sottolinea che «nel protocollo del welfare per la prima volta da quando c'è la concertazione in Italia, ovvero dal 1983, non si chiede ma si dà soltanto». In questo caso, spiega, «allo stato sociale verranno distribuiti quaranta miliardi di euro nei prossimi dieci anni, alle pensioni basse, ai giovani del lavoro discontinuo. Abbiamo eliminato lo scalone creando degli scalini più morbidi. Era ingiusto un salto di tre anni».