Investire nelle società di calcio potrebbe convenire sempre meno. Lo stesso per quanto riguarda le squadre di basket, ciclismo oppure i team di motociclismo e automobilismo. Nella Finanziaria 2008 – tra le norme che puntano a razionalizzare l'imponibile Ires – è stata infatti inserita una disposizione che riduce la deducibilità – nell'ambito del bilancio consolidato valido ai fini tributari – delle "perdite fiscali" riportate da società sportive professionistiche che fanno parte di gruppi o che sono comunque controllate da altre aziende. In sostanza, il Governo intende porre un freno alla prassi maturata negli ultimi anni di utilizzare il consolidato – introdotto con la riforma Ires del 2003 – per "scaricare" dal reddito complessivo del gruppo le perdite fiscali riportate dalle società sportive professionistiche. A tal fine, l'articolo 3, comma 1, lettera n del Ddl attualmente all'esame del Senato, equipara il "rosso fiscale" di queste ultime alle spese di rappresentanza.
Il ministero dell'Economia sarà peraltro chiamato a stabilire nel dettaglio i requisiti di «inerenza e congruità» entro i quali le perdite fiscali potranno essere d'ora in poi dedotte. In relazione, tra le altre cose, «all'attività caratteristica dell'impresa». Quindi se oggi le perdite fiscali subite da una società sportiva professionistica del gruppo possono essere integralmente dedotte, dal 2008 dovranno superare il vaglio dell'inerenza e congruità rispetto all'attività della società capofila.
Per guardare ai campi di calcio, perciò – sempre che il testo della Finanziaria venga approvato nell'attuale versione – la Fininvest che possiede l'«Ac Milan Spa», dal prossimo anno non potrebbe più portare le perdite fiscali del club nel consolidato e, di conseguenza, non potrebbe ridurre in misura proporzionale i redditi prodotti oggetto di tassazione. Analogamente verrebbe meno l'incentivo a redigere il consolidato per tutte le altre società di calcio professionistiche (quelle che militano in serie A, B, C1 e C2) inserite in gruppi o network societari. Avrebbero potuto ricorrere all'opzione del consolidato fiscale – del tutto legittimamente, va ricordato – anche le capogruppo di altre compagini, oltre al Milan, come la Roma, il Napoli, la Fiorentina, l'Atalanta, il Catania e il Livorno. Tutte holding o società di controllo che risultano aver presentato tra il 2004 e il 2006 un bilancio consolidato ai fini civilistici (che dà appunto il diritto di accedere ai benefici di quello fiscale). Ma la stretta alla deducibilità delle perdite potrebbe interessare anche altri settori dello sport professionistico (per i quali, a ogni modo, non esiste una classificazione ufficiale). Si pensi alla «Edizione Holding» della famiglia Benetton alla quale fanno capo squadre di basket, pallavolo e rugby.
Per ora, l'Economia non esclude che la norma possa essere formalmente rivista durante l'iter parlamentare della Finanziaria. Ma conferma l'intenzione di voler bloccare attraverso questa misura le «rilevanti» manovre elusive riscontrate in questi anni.