Grandissima soddisfazione per l'esito finale del voto, ma anche profonda considerazione per la responsabilità che il sindacato si è così assunto. È quanto hanno espresso ieri i vertici di Cgil, Cisl e Uil presentando i dati ufficiali sulla consultazione che ha coinvolto oltre cinque milioni di lavoratori sul protocollo per il welfare firmato con Governo e rappresentanti degli imprenditori. «Ci faremo carico del malessere che è stato espresso in tante fabbriche, – ha detto Raffaele Bonanni – ma anche del consenso straripante che ci costringe a una forte tenuta degli impegni presi».
I vertici del sindacato hanno espresso il loro malumore per «l'invadenza dei politici, i tentativi di discredito e di rissa che sono stati espressi». Ma, ha detto Bonanni, «il risultato ci ripaga ampiamente di questi atti, perché il sindacato si conferma una realtà con radici profonde nella società, capace di raccogliere un importante consenso». Non c'è, è sempre il leader della Cisl ad averlo affermato, «qualcuno che abbia l'ultima parola sui temi del lavoro, le cose sindacali sono di nostra esclusiva competenza, almeno fino a quando avremo il consenso».
La parola adesso è al Governo e al Parlamento, ma il sindacato avverte che non tollererà stravolgimenti. Le modifiche portate in Consiglio dei ministri a loro avviso sono positive, rispondono alle richieste fatte, ma tutto va controllato fermamente. «Noi – ha detto Bonanni – non abbiamo gradito che questo protocollo sia stato inserito in un disegno di legge collegato alla Finanziaria e non dentro questa legge, ma adesso è importante che l'iter del Ddl sia parallelo alla legge e il tutto venga approvato entro la fine dell'anno». Angeletti carica il Governo di responsabilità. «Non ci interessa – ha detto – se Prodi chiede o meno un voto di fiducia sulla Finanziaria e sul Protocollo, so che se non si approva entro l'anno il provvedimento questo vuol dire che il Governo ha problemi di rappresentanza del Paese».
Non permetteremo «scavalchi», ha promesso Bonanni e lo stesso hanno affermato i suoi due colleghi. «Ci sono state gocce di veleno – ha detto Luigi Angeletti – ma il mondo del lavoro italiano ha dimostrato di essere la parte migliore del Paese». Guglielmo Epifani ha rilevato come i lavoratori abbiano dimostrato con questo voto, che hanno espresso in tanti e con una percentuale di sì così elevata, «di essere non oggetti senza i quali si possa decidere, ma soggetti attivi di partecipazione». E per questo ha detto che il Parlamento è sì sovrano, ma le modifiche al Protocollo, frutto di un equilibrio molto delicato, «devono essere decise con i rappresentanti delle parti sociali».
Ma soprattutto il sindacato ha dimostrato di non volersi assolutamente fermare ai risultati ottenuti. «Giorni addietro – ha ricordato Bonanni – abbiamo deciso di tenere nella seconda decade di novembre una grande manifestazione per sostenere la richiesta che abbiamo inviato al Governo per avere in Finanziaria forti detrazioni sul lavoro dipendente. Detrazioni che non si sono viste, per cui abbiamo deciso di muoverci».
I salari sono bassi e le tasse alte, sostiene Bonanni. Angeletti conferma e rilancia. «Su questi no che sono stati espressi – ha affermato – ci sono molte spiegazioni, ma certamente pesa il fatto che il lavoro nel nostro paese non sia retribuito quanto meriterebbe considerando la ricchezza che produce. Abbiamo un problema di redistribuzione di questa ricchezza e questo riguarda tutti, chi ha votato e chi non ha votato, chi ha votato sì e chi ha espresso un no». Va ancora più in là il segeretario generale della Uil, ricorda che «in Italia le tasse sul lavoro siano il triplo di quelle sulla rendita» e dice che questo «non è decente».