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Alla casa il 95% degli sconti

di Gianni Trovati

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Lunedí 26 Novembre 2007
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L'Ici per chi abita in una casa propria, il mutuo per chi la sta acquistando, le spese di chi la ristruttura o ne migliora l'efficienza energetica; e poi l'affitto per chi vive in un appartamento non suo e ha un reddito medio-basso, con un occhio di riguardo per i giovani.
Gli sconti fiscali previsti dalla Finanziaria ora all'esame della Camera assumono la parola d'ordine della casa, a cui dedicano il 95% dei 2,2 miliardi di benefici messi in campo dal Ddl, e provano ad affrontarne tutte le spese. Senza dimenticare i dettagli, come l'esclusione della rendita da abitazione principale dal calcolo dei redditi rilevanti per le detrazioni legate ai carichi di famiglia. Una misura con cui il Ddl elimina l'ultimo effetto fiscale della prima casa, già esente dall'Irpef.
La norma «bandiera» dell'intero pacchetto-casa targato Finanziaria 2008 è il taglio all'Ici per l'abitazione principale. Nella versione uscita dal Senato, lo sconto (che arriva al massimo a 200 euro) si rivolge anche ai titolari di redditi superiori a 50mila euro lordi, in un primo momento esclusi, e taglia fuori solo chi ha la fortuna di vivere in abitazioni ultrasignorili (categoria catastale A/1), ville (A/8), castelli e palazzi storici (A/9).
La nuova detrazione, che si aggiunge al taglio base di 103,29 euro già previsto dal Dlgs 504/1992 e alle eventuali riduzioni ulteriori offerte dai Comuni, è pari all'1,33 per mille del valore catastale. In pratica, la misura abbuona 66,5 euro ogni 50mila euro di valore catastale dell'immobile: in termini assoluti, quindi, il beneficio cresce con il pregio della casa, ma in percentuale il taglio più generoso tocca alle case più economiche. Un appartamento di 140 metri quadri in centro a Milano, per esempio, raggiunge la detrazione massima di 200 euro, ma l'Ici che rimane da pagare ammonta comunque a 717 euro, e il beneficio è del 28%; rimanendo a Milano, ma spostandosi in una casa più piccola (90 metri quadrati) e in periferia, lo sconto si ferma a 80 euro, ma taglia l'imposta del 45 per cento.
Il beneficio, come l'imposta, è legato all'immobile e non al contribuente, per cui la sua divisione segue le quote di proprietà della casa: in una coppia, comproprietaria al 50% dell'appartamento, ogni componente avrà diritto a metà della detrazione totale.
Con la manovra 2008 gli sconti Irpef per chi abita in affitto, prima previsti solo per alcune categorie di contratti, si estendono a tutte le tipologie di inquilini titolari di un contratto registrato. Lo sconto base è di 300 euro, per chi ha un reddito fino a 15.493,71 euro lordi annui, e di 150 euro per chi conta su un guadagno superiore alla prima soglia ma non più alto di 30.987,41 euro. Più ricco è il beneficio previsto per chi ha un'età compresa fra 20 e 30 anni, a patto che l'abitazione in affitto sia diversa da quella dei genitori o degli altri soggetti di cui è a carico: per questi inquilini il taglio all'Irpef ammonta a 991,6 o 495,8 euro, e il discrimine è rappresentato dalle stesse fasce di reddito previste per lo sconto base.
Rimangono in vigore le detrazioni ad hoc (495,8 o 247,9 euro, sempre con le stesse fasce di reddito) per gli inquilini a canone concordato, titolari cioè di quei contratti previsti in appositi accordi territoriali nei Comuni ad alta tensione abitativa, quelle per chi si trasferisce nel Comune di lavoro (991,6 o 495,8 euro) e quelle per gli studenti universitari (fino a 500 euro, ora estese agli assegnatari di alloggi di università o enti per il diritto allo studio).
Al contribuente spetta il compito di orientarsi in questo ricco ventaglio di benefici fiscali e optare per il più conveniente: chi guadagna 20mila euro l'anno, ad esempio, ha diritto a un taglio Irpef di 150 euro, che però sale a 247,9 euro se l'affitto è a canone concordato, e a 495,8 se il titolare ha meno di 30 anni o è un inquilino che negli ultimi tre anni si sia trasferito per lavoro. Se il contratto d'affitto che dà diritto alla detrazione è partito dopo il 1° gennaio 2007, lo sconto è parametrato alla frazione di anno in cui si è maturato il diritto.
Anche nelle misure sugli affitti la manovra non dimentica gli incapienti, cioè i contribuenti che per ragioni di reddito non pagano un'imposta sufficiente per godere dello sconto. Se l'Irpef da pagare sui redditi 2007 è inferiore allo sconto a cui si ha diritto, infatti, la mancata detrazione si trasforma in un'erogazione che sarà disciplinata da un decreto dell'Economia.
La Finanziaria, poi, pensa anche a chi ha imboccato la strada per passare da inquilino a proprietario, alzando a 760 euro (cioè il 19% di 4mila euro) lo sconto fiscale destinato a chi sta pagando il mutuo per la prima casa. Rispetto al vecchio tetto, l'aumento massimo del beneficio è del 10,6 per cento.
Fuori dal capitolo-casa restano alcune misure isolate, a volte di scarso impatto, che interessano diverse voci del bilancio familiare. Oltre all'intervento sugli incapienti, contenuto nel collegato, è da segnalare l'aumento delle detrazioni per chi percepisce assegni di mantenimento e l'abolizione del canone Rai per gli ultra 75enni. Stando attenti ad archiviare i documenti da allegare alla prossima dichiarazione, si possono poi racimolare 120 euro di sconto Irpef per le spese sostenute per l'asilo nido dei figli (la misura è prorogata al 2008), e 47,5 euro per gli abbonamenti al trasporto pubblico locale.

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