La fiction della discussione sulla legge elettorale fa velo al reality show che avviene in Parlamento sulla manovra e sulla riforma del welfare. Non è un caso se ad allarmarsi sono imprese e sindacati insieme. La corsa a sinistra in commissione sul welfare ha prodotto squilibri nell'impianto delicatissimo del prezioso prodotto della concertazione.La bandiera dell'abolizione dello staff leasing rischia di produrre più danni ai lavoratori che non ad altri. Il lavoro a chiamata era vitale per interi settori come il turismo e solo perchè l'Unione è stata messa in minoranza è uscito indenne. La manomissione ai vincoli sui lavori usuranti rischia di sconquassare una volta di più la finanza pubblica. E attentare ai conti è il peggior danno fatto all'equità sociale perchè allontana la libertà dal giogo del debito.
Per un gioco solo politico – con cui la Cosa rossa di prossimo conio ha voluto dare segno di sé in commissione – il provvedimento si è squilibrato e la maggioranza ora rischia di smarrirsi. Tanto più che la stessa legge Finanziaria, nonostante sia percepita come un problema risolto dopo l'aspra battaglia di Palazzo Madama, deve ancora essere approvata alla Camera e, soprattutto, in seconda lettura al Senato.
Svilire la concertazione è ancora più grave nel momento in cui le parti riaprono, dopo anni di diffidenza, il difficile confronto sulla struttura contrattuale. La concertazione ha un valore: è nella sacralità delle parole con cui sono scritti gli accordi. Se il Parlamento – sovrano, per carità, ma anche rispettoso dei patti dei corpi intermedi – modifica quei contenuti fino a stravolgerli, tanto vale prendere atto che concertare è diventato come partecipare a un cocktail nella Sala Verde di Palazzo Chigi. Parole leggere: come si suol dire, senza impegno.